REDAZIONE RAVENNA

I lavori del Consorzio sui torrenti in collina

Sono ancora oggi intrise di acqua in continua esfiltrazione verso il fondovalle attraverso i mille rivoli dei campi e dei boschi .

La cippatura degli alberi rimossi dal torrente Samoggia

La cippatura degli alberi rimossi dal torrente Samoggia

A osservarlo nei tratti di minor pendenza, ma pur ancora in territorio collinare di Brisighella, il Samoggia ha più l’aspetto di un fiume che di un torrente; la portata dell’acqua è ancora notevole, pur a distanza di settimane dalle ultime piogge; una portata imponente che sostanzialmente è diminuita di poco da metà settembre, dai tre giorni di nubifragi che di nuovo avevano fatto salire l’allarme per i corsi d’acqua. E anche il rio Sandrona, che come il Samoggia, si getta nel Marzeno a ridosso della frazione di Santa Lucia, si mostra ancora oggi con una notevole quantità di acqua a corso veloce verso valle. Marzeno che è ancora definito come torrente ma che ha tutte le caratteristiche del fiume visto che all’altezza delle due briglie di via San Martino la superficie dell’acqua ha un fronte di una trentina di metri! La conclusione è una sola: le colline sono ancora oggi intrise di acqua in continua esfiltrazione verso il fondovalle attraverso i mille rivoli dei campi, dei boschi.

E il passaggio successivo è che, come unanimemente sottolinea chi da queste parti abita da sempre, eventuali ulteriori piogge insistenti non farebbero che aprire o riaprire nuovi e vecchi fronti di frane. "Neanche un’estate secca riuscirà ad asciugare queste colline. Mai era accaduto" è il commento. Se questo è lo scenario, non allettante, delle zone collinari-montane, ci sono però anche le notizie positive. Ovvero che in tali aree, ovvero le vallate montane del Marzeno, del Lamone, del Senio e del Santerno, dal gennaio del 2024 sono in corso lavori su un reticolo di ben 198 corsi d’acqua piccoli o grandicelli suddivisi in venti progetti per una spesa di otto milioni di euro, messi in campo dal Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale su delega della Regione. A oggi quasi la metà dei lavori, affidati a 13 imprese, è conclusa, l’altra metà di concluderà entro il 2025, ma poi saranno avviati altri cantieri per 14 milioni di euro per lavori ancora in montagna, ma anche in pianura: insomma, mentre si attende di conoscere quali saranno gli ulteriori e grandi interventi (casse di espansioni etc) lungo i fiumi, i lavori nei bacini montani sono già avviati e rispondono in concreto al basilare ‘comandamento’ in tema di sicurezza: fondamentale è regimentare le acque in collina e in Appennino.

In queste righe l’attenzione si concentra sulla vallata del Samoggia e del Sandrona, ovvero i due principali affluenti del Marzeno a sua volta pericoloso affluente del Lamone e responsabile della duplice inondazione del Borgo. Intanto spieghiamo dove ci si trova, ovvero le alture che si ergono ai lati della strada provinciale 73 che da Faenza porta al monte Trebbo attraverso Santa Lucia e la località di Urbiano. Qui, a circa dieci chilometri da Faenza, il territorio è del comune di Brisighella, a sinistra si inerpica via Monte Paolo, a destra via Pietramora, tutte zone ben conosciute da cicloturisti e appassionati escursionisti in bici o a piedi. Nel corso del 2024 il Samoggia, nel tratto fra la strada per Monte Paolo e Santa Lucia e il contiguo rio Sandrona sono stati messi in sicurezza mentre lavori sono in corso nella rete di rii dell’area, ovvero rio S. Antonio, rio Pietramora, Rio Villanova, tutti racchiusi in un fazzoletto attorno a Urbiano e di altri rii nel contiguo territorio di Modigliana. I lavori hanno riguardato la risagomatura dell’alveo dove necessario, la rimozione di alberi caduti e anche il taglio (non raramente interrotto da proteste) degli alberi presenti all’interno degli alvei e anche sulle sponde, ma nei soli tratti in cui è stato ritenuto necessario. Sul Samoggia poi, la Provincia, da parte sua, ha già da tempo concluso i lavori di consolidamento con massi e teli in materiale plastico, delle sponde nei pressi della vecchia scuola di Urbiano, devastate nel maggio 2023.

Un lavoro necessario, quello del Consorzio sul Samoggia, finalizzato a dare più spazio all’alveo ma senza aumentare la velocità della corrente e a evitare che la furia delle acque abbattano e portino a valle, come invece accaduto soprattutto a settembre, rami, tronchi, alberi interi. Gran parte della cippatura del legname è già stata effettuata sul posto. Nella vallata del Samoggia è in corso anche un’altra tipologia di lavori. Il Comune di Brisighella ha affidato a un’impresa locale il ripristino delle strade comunali della zona interrotte o male agevoli per via delle frane, come via Croce e via Oriola. Non solo: i lavori stanno riguardando anche il rifacimento di tutti i fossi, indispensabile opera per canalizzare le acque ed evitare frane, che da decenni non venivano assoggettati a manutenzione, e contemporaneamente l’impresa (la ditta Valmori) nelle aree circostanti le strade sta anche cercando di ripristinare, con grande plauso delle famiglie che lì abitano e lavorano, le collaterali opere di contenimento dei fianchi collinari e di ulteriore regimentazione delle acque.

Carlo Raggi