Infortunio mortale. Accertamenti sulla retro e sull’allarme acustico

Il pm ha sequestrato entrambi i mezzi e il piazzale sul quale mercoledì è deceduto l’operaio 59enne. L’autopsia non sarà necessaria.

Infortunio mortale. Accertamenti sulla retro e sull’allarme acustico
Infortunio mortale. Accertamenti sulla retro e sull’allarme acustico

I primi accertamenti tecnici riguarderanno la funzionalità del l’allarme acustico che si attiva quando i mezzi di lavoro si muovono in retromarcia. Non sarà invece probabilmente necessario procedere con l’autopsia di Stefano Poletti, l’operaio ravennate 59enne travolto nella tarda mattinata di mercoledì scorso da un collega in manovra in un cantiere all’interno del petrolchimico e morto sul colpo. Quello che i giuristi chiamano ’nesso causale’ - cioè la relazione tra l’evento e il decesso -, appare cioè evidente.

Le indagini si concentreranno dunque sin da subito su efficienza dei mezzi, protocolli e misure di sicurezza e infine sulla formazione professionale. Il pm di turno Stefano Stargiotti ha già disposto il sequestro di entrambi i mezzi di lavoro (due escavatrici) e della porzione di piazzale interessata dalla tragedia. Al momento non risulta nessun indagato nel fascicolo aperto per omicidio colposo. Non è escluso tuttavia che a breve, in ragione dei primi esami tecnici, possano scattare alcuni avvisi di garanzia.

Determinante in tal senso - almeno per inquadrare le aree di potenziale responsabilità penale - saranno le relazioni degli ispettori della medicina del Lavoro dell’Ausl intervenuti sul posto assieme agli operatori del 118 e alla polizia.

Secondo quanto finora emerso, l’infortunio si è verificato verso le 11.30. A quell’ora sia il 59enne che il collega che poi lo avrebbe di lì a poco falciato, si trovavano a diversi metri di distanza l’uno dall’altro su un’area di proprietà della Ravenna Servizi Industriali, committente di un appalto assegnato all’Acmar e subappaltato alle ditte dei due operai.

In particolare Poletti era dipendente della Raccagni srl, associata alla Consar; mentre il collega è in forza ad altra impresa. I due stavano spianando il terreno per fare spazio a edifici funzionali proprio alle ditte in appalto che operano nel complesso del petrolchimico e fanno manutenzione. A lanciare l’allarme, è stato lo stesso operaio che involontariamente ha travolto il 59enne. Sembra che quest’ultimo, per ragioni ancora al vaglio, a un certo punto sia sceso dal mezzo incamminandosi verso il collega e finendo con l’essere travolto in retromarcia. Sul punto, gli inquirenti stanno cercando di stabilire a quale distanza esatta si trovassero i due mezzi e cosa la vittima avrebbe potuto chiedere all’altro operaio. Ma soprattutto perché non abbia sentito l’allarme acustico legato alla retromarcia. E qui le ipotesi si moltiplicano: indossava una cuffia; lo ha sentito ma confidava che il collega lo avesse visto; l’allarme ha avuto una non meglio precisata défaillance. Andranno accertate anche quali fossero le procedure previste dal piano che occorre stilare qualora più ditte si trovino a dovere operare in una medesima area di lavoro, circostanza che rende appunto tutte le manovre più delicate e potenzialmente più rischiose.

Andrea Colombari