Macchia scura in mare a Ravenna: l’effetto post alluvione

La chiazza si allarga in particolare di fronte a Casal Borsetti. Inoltre continua la puzza dell’acqua sporca che si getta in mare

Le acque scure dell'alluvione creano una macchia in mare al largo di Casal Borsetti (Ansa)

Le acque scure dell'alluvione creano una macchia in mare al largo di Casal Borsetti (Ansa)

Ravenna, 9 giugno 2023 - Dopo i pesci morti - ne hanno recuperati ben 50 quintali nel canale Destra Reno - l'ultima emergenza post alluvione ha l'aspetto molto poco rassicurante di una grande macchia scura che ha invaso il mare al largo di Ravenna. Non è difficile immaginare la causa: sono le acque dell'alluvione delle settimane scorse che sono arrivate in mare. La macchia scura, in particolare, si allarga nelle acque davanti a Casal Borsetti. In queste condizioni, non c’è da stupirsi se in alcune spiagge della costa sia in vigore il divieto di balneazione.

Tornando alla macchia scura, è davvero una vista impressionante, cui si accompagna la forte puzza dell'acqua sporca che si getta in Adriatico. Inoltre, in merito al ‘tappo’ che si era venuto a creare nei giorni scorsi, l'Arpae ha precisato che la separazione netta tra le acque nere provenienti dalle zone alluvionate e quella del mare è determinata dalla densità delle acque. Ossia tra l'acqua dolce e quella salata, che non si mischiano immediatamente. “In quel momento - precisa l'Arpae riferendosi al ‘tappo’ - probabilmente dall'interno la spinta era molto bassa, per cui l'acqua scura del canale rimaneva ferma e non riusciva a rientrare in mare”. Il fenomeno, quindi, secondo i tecnici dell'Agenzia regionale per la prevenzione e l'ambiente dell'Emilia-Romagna avviene anche in altre occasioni, ma in questo caso era più visibile perché l'acqua del canale era molto scura a causa dell'inquinamento.

Una condizione delle acque che si collega all'emergenza pesci morti: già lunedì pomeriggio era stata segnalata un'ingente quantità di cadaveri galleggianti nel canale Mandriole, che arriva da Conselice - rimasta per troppi giorni allagata - e si inserisce nel canale Destra Reno. Anche Arpae aveva riscontrato una colorazione scura delle acque, con cattivo odore, e la pressoché totale assenza di ossigeno, che ha causato la moria dei pesci.

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Moria di pesci nel canale Destra Reno (Zani)
Moria di pesci nel canale Destra Reno (Zani)

Ma perché sono morti tanti pesci? Colpa della "pressoché totale assenza di ossigeno", segnala Arpae comunicando il primo esito delle verifiche. Nel canale Mandriole, nel territorio del Comune di Ravenna, lunedì pomeriggio "è stata segnalata un'ingente quantità di pesci morti. Il canale Mandriole - sottolinea l'agenzia ambientale della Regione - si inserisce nel canale Destra Reno, dal quale sono risalite le acque scure provenienti dall'area alluvionata di Conselice". Il fenomeno, a pochi chilometri dalla foce in Adriatico, causa la presenza "sia di pesci di acqua dolce, sia di pesci di acqua salata (cefali, carpe, carassi, siluri, anguille)". Per cercare di far fronte agli effetti della vasta moria di pesci, sul posto sono intervenuti anche tecnici del Comune di Ravenna, di Ausl Romagna e del Consorzio di bonifica della Romagna occidentale, che hanno posizionato nei pressi delle paratoie del Ponte Chiavica Destra Reno e allo Scarico primo Bacino "delle panne per trattenere il pesce morto e facilitarne il recupero".

L'acqua colorata di rosso a Conselice

Inoltre, tre giorni fa, era arrivata la segnalazione che nel canale Zaniolo, nel territorio del comune di Conselice, l'acqua aveva un colore strano: "è stata riscontrata una colorazione anomala (rosaceo/purpurea). L'esame microscopico ha rilevato la presenza di solfobatteri purpurei e di alghe unicellulari del genere Euglena, organismi che in determinate condizioni possono determinare una colorazione rossa delle acque e che proliferano in condizioni di elevato carico organico e di scarsità di ossigeno, situazione effettivamente riscontrata nelle acque del canale, che costituisce il primo tratto del canale Destra Reno". Per confermare queste ipotesi "si attendono tuttavia i risultati delle analisi chimiche in corso nel laboratorio Arpae. La proliferazione di questi organismi non è un fenomeno inedito e si può verificare occasionalmente nei corsi d'acqua, solitamente in estate, in condizioni di forte irraggiamento solare".