
Bagnara, Linea Rosa: "Da gennaio sono 410 le donne che si sono rivolte al centro. Nel 2023 erano state 392, per cui è evidente un netto aumento delle richieste".
Come tutti gli anni, la ‘Giornata mondiale contro la violenza sulle donne’ è l’occasione per promuovere eventi e fare il punto sul tema a Ravenna dove, da oltre trent’anni, è attiva l’associazione Linea Rosa, presieduta da Alessandra Bagnara. Ieri, il rosso delle scarpe ha colorato le strade della città, "un colore che urla dignità, resistenza". Settecento persone – studenti e studentesse, istituzioni, cittadini e cittadine – hanno percorso le vie del centro, portando un messaggio chiaro e potente contro la violenza di genere per la camminata ’Uomini in scarpe rosse’.
Bagnara, qual è la prima considerazione da fare?
"Il 25 novembre è sempre un momento di riflessione e di confronto. Il nostro centro antiviolenza lavora costantemente per accogliere e ospitare donne e bambini vittime di abusi e questa giornata particolare diventa l’occasione per ‘restituire’ storie e numeri ai cittadini del nostro territorio. È anche un’opportunità per confrontarsi con i CAV della Regione e italiani e con i relativi progetti e percorsi, per acquisire sempre maggiori competenze e rafforzare la rete di sostegno alle donne".
Come sono i dati ravennati sulla violenza relativi al 2024?
"Nel 2024 dal mese di gennaio ad oggi sono 410 le donne che si sono rivolte al nostro centro antiviolenza. Nel 2023 erano state 392, per cui è evidente un netto aumento delle richieste. La fascia di età maggiormente rappresentata, come negli anni scorsi, è quella che va dai 30 ai 45 anni e rimane stabile il dato delle donne con figli che si attesta circa sul 65/70%. Anche il dato delle donne straniere conferma la tendenza dello scorso anno che si attesta sul 30%. Nei primi 10 mesi di quest’anno abbiamo ospitato 44 donne di cui 21 in casa rifugio e 23 in emergenza in struttura ricettiva. I bambini ospitati sono 24. Attualmente le cinque case rifugio sono piene".
Come fare per chiedere aiuto? "Bisogna chiamare direttamente il centro antiviolenza o qualsiasi ente, associazione o istituzione che fa parte della rete di sostegno. Possiamo citare le forze dell’ordine, i presidi socio-sanitari e i servizi sociali. Si riceverà così l’indicazione di rivolgersi al CAV per essere accolta, ascoltata ed eventualmente ospitata in caso di emergenza".
Quante richieste di aiuto si perdono per strada e quante si concretizzano?
"Le richieste vengono tutte accolte e, a mio avviso, il solo fatto di aver chiesto aiuto e di aver iniziato un percorso di consapevolezza è già un risultato. Certo può capitare che, per molteplici ragioni, le donne interrompano il percorso verso l’autonomia ma noi crediamo che comunque l’essere state credute e ascoltate può gettare le basi per migliorare la propria condizione".
Dall’osservatorio trentennale di Linea Rosa, com’è cambiata, se è cambiata, la violenza sulle donne in questi anni? "Non è cambiata, le donne continuano a essere oggetto di violenza da parte di uomini con i quali hanno o hanno avuto una relazione sentimentale. Quello che è cambiato, è sicuramente l’approccio della società al problema. Ci sono molti più cittadini e cittadine consapevoli che dipende anche da loro il cambiamento culturale alla base della violenza di genere".
Cosa si può fare per sensibilizzare?
"La strada passa attraverso le nuove generazioni. Per questo lavoriamo costantemente con i bambini e gli adolescenti con progetti all’interno delle scuole. Solo nel 2024 sono oltre duemila i ragazzi che hanno potuto affrontare il tema della violenza di genere e che hanno partecipato a incontri e laboratori concepiti per sviluppare il loro spirito critico e analizzare gli stereotipi e pregiudizi che ogni giorno trovano sui social nei mass media".
A livello giuridico, secondo lei, si potrebbe fare qualcosa in più per tutelare le donne?
"Le leggi ci sono ma spesso non vengono totalmente applicate. Anche l’applicazione delle leggi risente di stereotipi e pregiudizi culturali vista la discrezionalità di alcuni provvedimenti e anche in questo caso è importante lavorare sulla formazione di giudici, avvocati e magistrati per migliorare la situazione".