"Pineta di Milano Marittima, affitti non pagati per 140mila euro"

Il proprietario dell’immobile lamenta canoni non riscossi dal gestore della discoteca. Ascoltate le parti in Tribunale

Sigilli alla discoteca Pineta di Milano Marittima

Sigilli alla discoteca Pineta di Milano Marittima

Milano Marittima (Ravenna), 7 marzo 2023 – Il giudice ha ascoltato le ragioni di tutte e tre le posizioni, cioè il gestore del celeberrimo locale, il Pineta di Milano Marittima (Ravenna) attraverso la società milanese Hdp22. Poi il proprietario dei muri e infine l’avvocato della liquidazione giudiziale della precedente gestione (la società Andromeda).

L’udienza sulla richiesta di sfratto della ‘discoteca dei vip’ tenutasi nella mattinata di ieri al Tribunale di Ravenna, è stata rinviata a fine mese quando sarà già partita la causa nel merito legata al sequestro giudiziale (d’urgenza e in inaudita altera parte) scattato venerdì scorso sul noto compendio aziendale rivierasco. Tra le altre cose, nel corso dell’udienza di ieri è emerso che – secondo quanto lamentato dalla proprietà dell’immobile – gli arretrati dei canoni non pagati ammonterebbero a circa 140 mila euro: ovvero diverse mensilità dato che il canone annuale per il Pineta è pari a 350 mila euro.

Il sequestro , con cambio delle serrature, aveva seguito via complementare rispetto all’azione di sfratto: secondo quanto rappresentato in Tribunale dal curatore della liquidazione giudiziale (ora custode del noto marchio Pineta), l’amministratore di fatto di Adromeda, liquidata con sentenza del 4 dicembre scorso, era stato inquadrato da una indagine chiusa a inizio 2022 dalle Fiamme Gialle cervesi, in un 42enne originario di Arezzo.

A marzo 2022 il ramo d’azienda Pineta era stato ceduto alla Hdp22 attraverso un contratto che prevedeva il pagamento di poco più di 47 mila euro in quota contanti tutt’ora non onorato visto che il termine era stato fissato al 31 dicembre scorso. Ebbene: il 42enne risulterebbe presidente del consiglio di amministrazione di Hdp22: ciò equivarrebbe ad avere ceduto il locale a se stesso. Il Tribunale dovrà ora decidere se debba prevalere la procedura di sfratto oppure quella del sequestro. L’ex gestione ha grane pendenti di natura penale: in tre dovranno rispondere di aver emesso (o usato) fatture per operazioni inesistenti per circa 450mila euro di imponibile.