Sentinelle dell’ambiente. Cinque arnie di api per la qualità dell’aria

Installate a Ponte Nuovo, saranno indicatrici della salubrità della zona e termometro dei livelli di inquinamento presenti nell’habitat.

Sentinelle dell’ambiente. Cinque arnie di api per la qualità dell’aria

Sentinelle dell’ambiente. Cinque arnie di api per la qualità dell’aria

Le api come indicatore della salubrità di un ambiente, termometro ideale non solo dei cambiamenti climatici in corso ma anche dei livelli di inquinamento presenti in un habitat. Hanno debuttato ieri le arnie che Beeway ha collocato nel bosco di Ponte Nuovo: cinque arnie, ciascuna capace di ospitare 50mila api, per un progetto che trae ispirazione da quelli a firma dell’Unione europea già in corso in Portogallo e in Danimarca, allo scopo di monitorare la qualità dell’aria e l’effettiva riduzione dell’uso dei pesticidi nel settore agricolo, secondo le direttive del Green Deal che ha posto l’obiettivo di riduzione del 50% dei fitofarmaci entro il 2030.

Il programma a firma Ue si completerà nel 2025, quando negli altri paesi del continente saranno attive le stazioni per il monitoraggio ambientale, il quale sarà reso possibile grazie all’allevamento delle api, al loro mantenimento e ai controlli che saranno svolti sulle produzioni di miele.

Nel frattempo il progetto Beeway, avviato nel 2023, si è concretizzato quest’anno, con l’installazione di diversi apiari, alcuni dei quali nel perimetro aziendale di importanti società per la produzione di alimenti, come la Surgital di Lavezzola, azienda impegnata nel settore della pasta fresca e surgelata. L’obiettivo è "mitigare le attività produttive degli insediamenti industriali che adottano l’apiario e migliorare i propri indicatori ambientali, sociali e di governance – spiega per Beeway Paolo Guerra – ma anche compensare l’ambiente a fronte delle attività per la gestione degli infestanti svolte per la sicurezza alimentare e per la difesa del territorio e delle persone, e tutelare la biodiversità nelle aree circostanti agli insediamenti, grazie all’impollinazione delle api, sviluppando la fioritura, la vegetazione e le piante spontanee. I dati potranno eventualmente essere condivisi con gli enti pubblici: lo studio degli alveari può attestare la presenza di sostanze chimiche in determinati punti". A quale miele daranno vita le api di Ponte Nuovo, capitanate dalle cinque api regine attive nelle rispettive arnie, capaci di produrre ciascuna duemila uova al giorno per tre anni? "Sarà un millefiori – spiegano da Beeway – sul quale sarà interessante però effettuare delle analisi per ‘andare a caccia’ delle essenze che le api hanno incontrato sul loro cammino, nelle pinete ad esempio – il loro raggio d’azione è fra i tre e cinque chilometri – oppure nelle aree agricole. Può capitare che si riveli preponderante una coltivazione pista nelle vicinanze: in passato è accaduto addirittura per le carote".

Filippo Donati