ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Truffe on-line su auto e moto. Quattro ravennati raggirati

Con l’inganno indotti a versare, invece che ricevere, l’acconto da sedicenti funzionari delle Poste

I ravennati avevano messo in vendita i loro veicoli su un sito specifico. La prima truffa contestata è del febbraio 2019

I ravennati avevano messo in vendita i loro veicoli su un sito specifico. La prima truffa contestata è del febbraio 2019

Un unico filo conduttore: operazioni legate alla vendita on-line di veicoli a motore. Un unico contesto dal quale attingere le identità fittizie: le Poste. E cinque ’attori’, tutti residenti in altre province. Sono gli elementi di una truffa insidiosa quanto articolata giunta nei giorni scorsi a processo davanti al giudice Cecilia Calandra e al viceprocuratore onorario Simona Bandini. A farne le spese, quattro ravennati che o avevano messo in vendita mezzi di loro proprietà su uno specifico sito; oppure erano stati coinvolti, loro malgrado, nel successivo versamento del danaro.

La prima delle contestate truffe risale al 20 febbraio 2019, giorno di passaggio del danaro. Antefatto: una ravennate aveva messo in vendita on-line la sua auto. A contattarla, era stato uno degli imputati: presentandosi però come direttore di un ufficio postale di Bologna. L’accordo puntava al versamento di un acconto da 900 euro propedeutico al saldo: la proprietaria dell’auto era stata convinta a recarsi a uno sportello postamat per ottenere i soldi dietro specifiche istruzioni telefoniche: ma in realtà anziché ricevere il corrispettivo, con determinate manovre era stata indotta a caricare i 900 euro inconsapevolmente su una postepay intestata a un altro degli imputati.

Caso fotocopia quello stesso giorno si era verificato con un secondo proprietario di auto messa in vendita on line: l’uomo era stato indotto a versare sempre 900 euro. Il 10 giugno di quello stesso anno nel mirino di due degli imputati c’era finito il proprietario di una moto, un ravennate che aveva offerto on-line la sua due ruote per 6.000 euro. Anche in quel caso chi lo aveva contattato, si era spacciato quale funzionario di un ufficio postale (di Udine). I due si erano accordati sul prezzo del bene: a quel punto la compagna del motociclista si era recata a uno sportello postamat per seguire tutte le operazioni utili a ricevere la somma pattuita.

E invece era stata indotta a eseguire cinque operazioni di versamento per un totale di 1.450 euro, danaro confluito nella postepay intestata a uno degli imputati. I cinque sono stati chiamati a rispondere di truffa in concorso: in due casi è stata contestata la recidiva specifica infraquinquennale, in un caso reiterata.

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