Cecilia Hazana uccisa a Reggio Emilia: madre e figlio al freddo e malati. Trovato alloggio

La signora Dina e il piccolo Alessandro vivono ancora nell’appartamento di via Melato. La caldaia è rotta da mesi. I servizi sociali: "A giorni nuova casa"

Juana Cecilia Hazana Loayza aveva 34 anni

Juana Cecilia Hazana Loayza aveva 34 anni

Reggio Emilia, 21 dicembre 2021 - Avranno presto una nuova casa calda la mamma e il figlio di Juana Cecilia Hazana Loayza, la 34enne peruviana barbaramente uccisa nelle prime ore della mattina del 20 di novembre per il cui omicidio risulta in stato d’arresto - e unico sospettato - l’ex fidanzato, Mirko Genco, e il figlioletto, avuto da una precedente relazione. La signora Dina e il piccolo Alessandro di quasi due anni (li compirà a febbraio) versano ormai da giorni in condizioni difficilissime, senza acqua calda, né riscaldamento e per giunta malati.

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"I servizi sociali hanno cercato un nuovo appartamento con le caratteristiche adeguate al nucleo familiare, che sarà disponibile entro qualche giorno e il cui affitto sarà a carico del Comune di Reggio Emilia". È la nota del municipio reggiano riguardo alla vicenda. "Il servizio sociale del Comune di Reggio Emilia non hanno mai smesso di seguire madre e figlio minore di Juana Cecilia, che vivono insieme - viene spiegato - L'ultimo contatto con il piccolo nucleo familiare risale a venerdì scorso e nessuna delle due persone risultava malata. Dopo la tragedia di Juana Cecilia, a madre e figlio della vittima era stata offerta subito una soluzione abitativa alternativa, momentaneamente in albergo, ma la persona adulta aveva preferito non lasciare l'appartamento in cui tuttora abita con il bambino. In considerazione delle basse temperature sopraggiunte e del permanere del guasto alla caldaia dell'appartamento attualmente occupato, guasto avvenuto diverse settimane fa, anche in tempi recenti è stata proposta una sistemazione in albergo, che però è stata ancora una volta scartata dalla signora".

Gli uffici del welfare comunale nel frattempo hanno trovato una "soluzione che - conclude la nota - per altro si profila come probabilmente necessaria in un futuro prossimo, poiché è in vista una conclusione naturale del contratto di locazione (non uno sfratto) per l'alloggio attuale. Anche per questo, venuto a conoscenza della scadenza del contratto d'affitto, i servizi sociali sono attivati per trovare una alternativa. A quanto risulta, tuttavia, sono state trovate altre modalità per assicurare il riscaldamento degli ambienti"

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Dina e Alessandro, come detto, sono ancora in quell’appartamento di via Melato, nonostante tutto quello che è accaduto. Ai brutti ricordi si sono aggiunti il freddo e la solitudine. Da quello che si è potuto sapere, la caldaia dell’appartamento dove viveva Juana Cecilia era guasto da mesi. La giovane 34enne sudamericana, per ristrettezze economiche, non era mai stata in grado di ripararlo.

Da quel momento, nessuno si è interessato di quella situazione. I giorni sono passati. Le settimane, pure. Nel mezzo è successa una tragedia immane che ha sostanzialmente distrutto una famiglia, ed ha scosso un’intera comunità, che, per quanto possibile, ha fatto a gara per sostenere nei modi possibili la madre ed il figlio in questo periodo durissimo. Ma, alla fine, vi sono situazioni che sono di primaria competenza delle istituzioni.