
Simone Costa, 24enne del Boca Barco
Reggio Emilia, 20 gennaio 2025 – “Per tutta la partita mi ha chiamato ‘scimmia’ e ‘negro di m...’. Alla fine sono impazzito e l’ho colpito con un pugno”. Razzismo e violenza continuano a fare ombra al calcio.
L’ennesimo episodio di una piaga inarrestabile si è consumato ieri nel campionato dilettanti di Prima Categoria, girone C, nella partita Boca Barco-Rubierese giocata a Barco di Bibbiano. A metà del secondo tempo, il difensore dei ‘ceramici’ Afzaz Ilyas, 25 anni, sferra un pugno al volto di Simone Costa, 24enne esterno d’attacco della squadra di casa. Quest’ultimo viene portato all’ospedale Maggiore di Parma, nel reparto maxillo-facciale: portava l’apparecchio e il colpo gli ha pure tagliato il labbro. L’arbitro a quel punto estrae il cartellino rosso all’aggressore e in campo si scatena il parapiglia, sedato a fatica dopo diversi minuti.
Afzaz – italiano, nato a Pavullo nel Frignano, nel modenese, da genitori marocchini e residente a Rubiera – accusa: “Ho subìto continuamente degli insulti da lui. Io e i miei compagni lo abbiamo fatto presente all’arbitro e all’allenatore avversario. Ma nessuno ha fatto niente. Non mi sono sentito tutelato”, dice al Carlino.
Afzaz fa mea culpa. “Prima di colpirlo, mi aveva afferrato per il collo. Poi io ho reagito nella maniera più sbagliata possibile. Non sono un violento, non sono mai stato espulso in carriera. Ma la situazione era diventata pesante e ho perso la testa. Ho subìto altre volte epiteti razzisti, ma mai così. Pentito? Negli spogliatoi ho pianto, gli chiedo scusa e lo chiamerò al telefono per parlargli. Ma il razzismo nel calcio non deve esistere e vorrei si scusasse anche lui”.
Il presidente del Boca Barco, Enzo Guerri replica: “Io non ho sentito questi insulti, se ci sono stati non è bello. Ma niente può giustificare ciò che ha fatto, dando un pugno al nostro ragazzo”.