Reggio Emilia, 15 settembre 2024 – Ha superato le seimila firme la petizione lanciata su Change.org dagli attivisti per salvare il bosco urbano di Ospizio. Legambiente Reggio Emilia, Reggio Emilia Ripuliamoci, Ecologia Integrale RE ed Extinction Rebellion, assieme all’Assemblea dei cittadini di Bosco Ospizio, si battono dall’inizio dell’estate per chiedere un passo indietro rispetto al Pru Ip-6 Ospizio.
Il progetto prevede la costruzione di un nuovo supermercato Conad e una palazzina di cinque piani per diversi servizi pubblici (Casa della Comunità, Polo territoriale Est e biblioteca) nell’area lungo la via Emilia dove oggi sorge un bosco spontaneo.
A spianare decisamente la strada è stato il piano urbanistico di iniziativa privata Ans2-2b, per la costruzione di 30 villette accanto al Conad di via Luxembourg; scaduti i termini per l’approvazione del progetto, quest’ultimo sembrava essere naufragato fino a che le tre ditte edili interessate hanno fatto ricorso al Tar, vincendo. Il Comune a quel punto ha fatto ricorso in Consiglio di Stato, il cui esito è ancora da scoprire, ma tale risultato delle ditte private ha aperto un vaso di Pandora non indifferente, trainando altri interventi che in un primo momento parevano sopiti.
Il team di progettisti coinvolti per Ospizio, tra le altre cose, fa parte anche di quello che dovrebbe occuparsi delle villette in via Luxembourg. Nel corso degli ultimi mesi la vicenda di Ospizio ha morso la pancia del popolo abbastanza forte da raccogliere molto dissenso e clamore mediatico. Gli elementi messi in luce dagli attivisti e i cittadini sono diversi, a partire dalla inesistente necessità di un supermercato in quella zona, dal momento che solo nel circondario ce ne sono già quattro. Alcuni volontari hanno fatto dei rilievi di temperature: nei giorni più caldi dell’estate si registrava una differenza di trenta gradi da un lato all’altro della via Emilia, a seconda che si fosse più vicini o lontani dal bosco; o ancora, sempre nel clou di luglio, c’erano i 23° misurati all’interno del bosco la sera tardi.
Alla lunga lista di ragioni si aggiunge poi il possibile danno alla biodiversità creatasi nell’area verde e la perdita di alcune specie vegetali, che tra l’altro sarebbero protette dalla Regione. Pare infine che il faccia a faccia tra attivisti e giunta dovrà aspettare ancora un po’: le possibilità che il consiglio comunale aperto sia rimandato a ottobre sono abbastanza realistiche.
Rimarrebbe comunque una buona occasione per gli attivisti, al fine di presentare le proprie istanze direttamente alla politica locale. “Con questa petizione chiediamo alla dirigenza Conad Nord Est di riflettere su questa scelta e di considerare di fare un gesto che renderebbe Conad un esempio di responsabilità ecologica: donare il bosco urbano alla città – dicono i promotori della petizione –. Con l’assistenza di esperti forestali e botanici, questo bosco potrebbe essere conservato e diventare un simbolo di impegno ambientale e sociale. Firmare questa petizione significa proteggere un bene prezioso per tutti noi e mandare un segnale tangibile che Conad mette le persone e l’ambiente al centro delle sue decisioni, oltre le cose”.