Divieto di balneazione in Romagna, ma Rimini non ci sta

Secondo Arpae quasi tutto il litorale presenta valori oltre i limiti, il Comune ribatte: "Dalle nostre analisi è tutto nella norma"

Il divieto di balneazione apparso su alcune spiagge della Romagna

Il divieto di balneazione apparso su alcune spiagge della Romagna

Rimini, 29 luglio 2022 - Ieri mattina la riviera riminese si è svegliata con i divieti di balneazione. Da Bellaria a Cattolica, passando per Rimini, Riccione e Misano, erano ben 26 i tratti di mare dove sono comparsi i cartelli. A ‘salvarsi’ solo Cattolica con un solo sforamento. Due a Misano, cinque a Riccione, ben 14 a Rimini e quattro a Bellaria. I rilievi di Arpae del 26 luglio hanno dato questo responso: valori sballati di escherichia coli.

L'aggiornamento Divieto di balneazione revocato in Emilia Romagna, valori rientrati nella norma

Tanti sfidano i divieti "Al bagno non rinunciamo" - Ravenna, revocato il divieto di balneazione dal porto di Cervia al confine con Cesenatico

La prima domanda che i sindaci si sono fatti è stata: perché? Non piove, non sono stati registrati problemi nella rete fognaria gestita da Hera. In altre parole le fogne non c’entrano. E non si può dare la colpa ai corsi d’acqua perché in questo caso bisognerebbe domandarsi perché la costa riminese è in difetto mentre il resto del litorale romagnolo, conclusi i lidi più vicini al Po, hanno registrato pochissimi casi. Solo due per l’esattezza, a Goro, zona Spiaggina, e a Pinarella di Cervia, dove per altro le contro analisi del 27 luglio hanno mostrato valori rientrati nella norma. Nel riminese, invece, solo pochi valori sono rientrati, in modo particolare a Bellaria. Per il resto, ancora escherichia coli oltre i limiti e divieti. Ma i sindaci vogliono vederci chiaro.

Caldo record in Emilia Romagna: nel 2022 meno piogge degli ultimi 60 anni

Già dal mattino Jamil Sadegholvaad aveva chiesto un incontro urgente a Regione, Ausl Romagna e Arpae. Poi nel pomeriggio il colpo di scena che apre un fronte con la stessa Arpae. "Ci sono arrivati i risultati dei campioni di acqua di mare per le 7 acque di balneazione del litorale nord di Rimini, commissionati dal Comune al Laboratorio certificato Lav e svolti nella mattinata del 26 luglio, stessi luoghi, stessa giornata e a mezz’ora massima di distanza dai prelievi eseguiti da Arpae. Il Comune di Rimini ha voluto eseguire in questa occasione un campionamento autonomo". A palazzo Garampi non si fidano del tutto e dopo gli esiti monta la rabbia.

«I risultati dei campioni analizzati dal Laboratorio LAV , svolti con una delle 2 metodologie certificate e previste dal decreto ministeriale 30 marzo 2010, sono tutti, nessuno escluso, ampiamente sotto i parametri normativi, sia per quanto riguarda escherichia coli che di enterococchi, e dunque tutte e 7 le acque risultano perfettamente idonee alla balneazione. Un esito completamente opposto a quello di Arpae, per cui i Comuni del riminese e della Romagna non individuano alcuna motivazione evidente e plausibile". Un mistero che si infittisce, dicono a palazzo Garampi, mentre anche Filippo Giorgetti sindaco di Bellaria avanza dubbi sulle analisi e chiede riscontri, e Daniela Angelini per Riccione chiama in causa gli esperti.