
Edda Negri Mussolini, nipote del Duce ed ex sindaco a Gemmano
Rimini, 27 aprile 2025 – “Stiamo dalla parte giusta della storia”. Così Mirna Cecchini, sindaca di San Clemente, ha motivato la decisione di revocare la cittadinanza onoraria concessa a Benito Mussolini nel 1924 e di conferirla a Giacomo Matteotti. Una decisione approvata all’unanimità in consiglio comunale. E Riccione vuol fare altrettanto: la revoca della cittadinanza onoraria al Duce sarà discussa al prossimo consiglio comunale.
A Riccione gli animi si sono già scaldati in vista del voto, anche nella maggioranza. Ma San Clemente e Riccione non sono un’eccezione. Altri comuni, tra cui Salò (due mesi fa) hanno revocato la cittadinanza onoraria a Mussolini. “Una scelta che va di moda, di questi tempi. Ma se certi sindaci credono, in questo modo, di cancellare o riscrivere la storia, si sbagliano”, attacca Edda Negri Mussolini, nipote del Duce ed ex sindaco a Gemmano.
Atti che condannano il passato o che invece, a suo parere, guardano più al presente?
“In realtà la moda di togliere la cittadinanza a mio nonno è partita già prima che Giorgia Meloni andasse al governo, se è questo che intende. Credo che in consiglio comunale ci siano questioni e problemi più importanti da discutere che la cittadinanza data a mio nonno un secolo fa. Lo trovo uno spreco di soldi”.
È un gesto che ha una forte valenza simbolica.
“Quasi tutti i comuni italiani conferirono la cittadinanza onoraria a mio nonno tra il 1923 e il 1924. Basta guardare negli archivi per scoprire che era un’usanza diffusa, normale, all’epoca”.
Per quali ragioni? Per compiacere il Duce?
“I motivi non li conosco, sinceramente. Ma se oggi la cosa dà così fastidio, si faccia una legge in Parlamento per revocare automaticamente e ovunque la cittadinanza onoraria a Mussolini. La mia è una provocazione. Mi chiedo: perché solo negli ultimi anni c’è questo dibattito? In Italia abbiamo avuto un presidente della Repubblica come Pertini che è stato partigiano, tanti sindaci e assessori che hanno combattuto contro i fascisti, ma nessuno di loro si è posto la questione di togliere la cittadinanza a mio nonno, pur avendo molte più ragioni rispetto a quante ne abbiano i sindaci di oggi”.
Forse è la paura per un passato che può tornare.
“Mio nonno è stato assassinato 80 anni fa. Non può fare male a nessuno. Forse i nostalgici sono più a sinistra, visti certi comportamenti e un clima di odio crescente, dettato spesso dall’ignoranza. Io ho molto più paura oggi che negli anni di piombo”.
Come giudica la scelta di Riccione di revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini?
“Se passerà, è una scelta che fa male. Mio nonno ha contribuito allo sviluppo di Riccione, che è diventata comune autonomo anche grazie a lui. È come la storia di Villa Mussolini. Si pensa, con questi atti, di cancellare la storia. Ma se Riccione toglie la cittadinanza onoraria a Mussolini o il suo nome dalla villa, cosa cambia? Nulla. Perché la storia non si può cancellare”.

La storia non si cancella né da una parte né dall’altra.
“No. Ma bisognerebbe studiare e capire meglio la storia, ed essere più obiettivi. Dietro a certe decisioni io vedo una mancanza della conoscenza della storia”.
A Rimini il Comune non intende rimettere la statua di Giulio Cesare in piazza perché fu donata da Mussolini.
“È la stessa distorsione della storia che vedo a Riccione e in altri comuni. Perché non ricollocare la statua dov’era? A chi farebbe del male? Non è una statua, non è un nome che cancellano la storia. Seguendo questa logica, bisognerebbe allora radere al suolo tutto quello che è stato fatto o costruito durante il ventennio fascista”.