
Rimini, 12 giugno 2024 – È il volto nuovo nel giallo di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa a coltellate in via del Ciclamino a Rimini. Dopo la criminologa Roberta Bruzzone, già nel pool difensivo dell’unico indagato Louis Dassilva, ora nella trama del giallo di Rimini s’inserisce un altro volto di spicco: il generale Luciano Garofano. Per 14 anni a capo del Ris di Parma, con cui ha trattato casi di cronaca di portata nazionale, il generale è stato nominato – al pari della Bruzzone – consulente tecnico, ma per conto di Manuela Bianchi, nuora di Pierina, in vista degli accertamenti irripetibili disposti dalla Procura.

Generale, accertamenti per cui si dovrà attendere...
“Sì, come conseguenza della richiesta (della difesa di Dassilva, ndr) di svolgerli in incidente probatorio. Una decisione che verrà presa dal gip tra una decina di giorni, ma che non cambia nella sostanza gli accertamenti, che saranno svolti dai periti incaricati dal giudice anziché da quelli del pm e andranno direttamente tra gli elementi di prova del processo, se ci sarà”.
Lei ha trascorso la vita tra esami così. Per l’omicidio di Rimini, cosa si aspetta?
“Mi aspetto che siano un tassello fondamentale dell’inchiesta. Le risposte che arriveranno saranno oggettive. Ecco perché questi accertamenti sono uno strumento irrinunciabile che potrebbe rivelarsi dirimente nella lunga indagine”.
Lunga, sì. Più di otto mesi da quando la squadra mobile è intervenuta in quella via del Ciclamino dove Pierina è morta. Come mai i tempi si sono allungati così tanto?
“Prima di tutto la serietà di chi indaga, che sicuramente con grande scrupolo in questo tempo ha vagliato tutte le piste possibili. Significa una grande quantità di accertamenti e materiale da setacciare. E poi il misterioso incidente del figlio Giuliano, per cui è servito tempo per verificare un’eventuale connessione”.
Rispetto ai tanti delitti che ha trattato da investigatore, qual è la peculiarità del giallo di Rimini?
“Ogni omicidio è complesso a modo suo. In questo caso mi colpisce la banalità del male. È stata uccisa una donna rispettata e rispettabile. È un delitto per cui è difficile trovare un perché. Anche se c’è un dato che è chiaro...”.
Quale?
“Il delitto è stato organizzato. Chi ha ucciso Pierina in quel modo non avrebbe potuto farlo senza sapere nel dettaglio orari e abitudini della vittima”.
E cosa l’ha spinta ad accettare l’incarico di consulente di Manuela Bianchi?
“È il mio lavoro e questo caso mi incuriosisce molto. Dal punto di vista professionale mi sembrava interessante entrare a questo punto dell’indagine, con la possibilità poi di analizzare tutto il lavoro della Procura per dare una mia interpretazione a questo strano omicidio”.
Lei è consulente di Manuela Bianchi, con cui l’indagato Dassilva ha avuto una relazione extraconiugale. E proprio la consulente di Dassilva, Roberta Bruzzone, ha detto che la figura di Manuela non convinca fino in fondo. Lei cosa pensa?
“Credo si debba ragionare sugli atti acquisiti. Farsi muovere dalle sensazioni, anche se frutto di professionalità, può essere anche pericoloso. Prendo atto delle dichiarazioni, ma preferisco ragionare sulla base di elementi oggettivi nel compendio investigativo”.