
Rimini, 14 agosto 2025 – Si è calato per un’immersione al relitto del Paguro e non è più riemerso. Dal primo pomeriggio di ieri capitaneria di porto e sommozzatori dei vigili del fuoco sono impegnati nella ricerca di un sub cinquantenne. L’allarme alla sala operativa è scattato alle 13.30 dopo che l’uomo, che si era calato per visitare l’area, non è risalito.

Secondo quanto finora emerso, si tratta di un turista residente fuori regione appassionato di attività subacquee. Faceva parte di un gruppo impegnato in una escursione organizzata dalla Dive Planet. La società, che ha sede a Rimini, contattata al cellulare indicato nel sito dedicato, attraverso un suo portavoce si è limitata a dire che "abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare. Ora se ne sta occupando la guardia costiera".
Le operazioni - coordinate dalla guardia costiera regionale di Ravenna - hanno coinvolto unità navali da Cesenatico e Rimini, elicotteri di aeronautica e vigili del fuoco e i sommozzatori dei vigili del fuoco e della guardia di Finanza. E sono continuate fino all’imbrunire per proseguire stamattina a partire dall’alba. In particolare ieri i sub dei soccorritori si sono concentrati attorno a quota 24 metri iniziando a setacciare alcune delle parti interne al relitto: là dove insomma il cinquantenne potrebbe essersi addentrato incastrandosi, forse dopo un malore, finendo con l’esaurire l’aria nelle bombole.
Quella del Paguro è una immersione molto gettonata in alto Adriatico anche se non è sempre semplice per via della visibilità, talvolta scarsa. E per la corrente, talvolta non trascurabile. Offre poi le insidie tipiche delle immersioni sul relitto.
Quella del Paguro è una piattaforma per l’estrazione di metano costruita tra il 1962 e il 1963 e in seguito posizionata 11 miglia al largo del porto di Ravenna. Il 29 settembre del 1965 andò a fuoco a causa di una eruzione di gas e poi affondò: un tragedia che costò la vita a tre tecnici dell’Agip morti annegati. Oggi è una oasi naturalistica con la parte più alta a 10 metri sotto il livello del mare e con il cratere dell’esplosione formatosi sul fondo marino che raggiunge i 35 metri: un reef artificiale diventato ambita meta di esplorazione subacquea. Nel 1991 è stato anche permesso l’ampliamento della struttura tramite deposizione al fondo di altro materiale ferroso.
Nel 1995 l’area è stata dichiarata dal ministero zona di tutela biologica tramite. E nel 2010 è diventata sito di interesse comunitario con delibera della regione Emilia-Romagna. Il sito dell’associazione che organizza le escursioni indica che per arrivare al Paguro occorrono 35 minuti di navigazione "con i nostri veloci gommoni. Profondità minima: 8 metri. Profondità massima 29 metri. Non è consentita la penetrazione della parte centrale della struttura. Brevetto minimo richiesto: Scuba Diver – Open Water Diver o equivalenti Guanti, calzari, pallone di segnalazione personale, obbligatori!".