Uccise l’ex compagna con 21 coltellate: tassista condannato a 24 anni di carcere

Niente ergastolo per il 55enne accusato di aver ucciso quella che un tempo era stata la sua fidanzata

Maximo Aldana De La Cruz, condannato a 24 anni

Maximo Aldana De La Cruz, condannato a 24 anni

Rimini, 29 gennaio 2024 - La Procura di Rimini - sostituti procuratori Davide Ercolani e Stefano Celli - aveva chiesto per lui l'ergastolo, oggi la Corte d'Assise di Rimini - presieduta dal giudice Fiorella Casadei -, lo ha condannato a 24 anni e 2 mesi di carcere oltre al risarcimento della parte civile con una provvisionale di 50mila euro. Si è chiuso in questo modo il primo grado del processo a carico di Maximo Aldana De La Cruz, il tassista peruviano di 55 anni accusato di aver ucciso, infliggendole 21 fendenti con un coltello seghettato, quella che un tempo era stata la sua fidanzata, la connazionale Noelia Rodriguez Chura.

La Corte d'Assise ha escluso le aggravanti legate alla crudeltà e alla stabile relazione, ma non quelle dei motivi futili e abietti e dello stalking, riconoscendo però allo stesso tempo le attenuanti generiche. In apertura di discussione, nella duplice requisitoria, i sostituti procuratori Ercolani e Celli avevano chiesto l'ergastolo, mentre la difesa, l'avvocata Paola Benfenati del foro di Bologna aveva chiesto l'esclusione delle aggravanti alla luce del comportamento collaborativo dell'imputato.

Dopo i casi di Raffaele Fogliamanzillo (reo confesso dell’omicidio della moglie, Angela Avitabile, assolto per un vizio di mente e assegnato in via definitiva ad una Rems) e Simone Vultaggio (condannato all’ergastolo per aver massacrato la compagna Cristina Peroni), i giudici riminesi, per la terza volta nell'arco di due mesi, sono tornati a riunirsi per emettere una sentenza nei confronti dell’autore di un femminicidio.

Quando la squadra mobile lo arrestò, il 19 maggio del 2022, il 55enne era ancora vicino al cadavere della donna con in tasca l'anello di fidanzamento. I due erano stati fidanzati per quasi 17 anni nel loro Paese d’origine, il Perù. Nel luglio del 2021 Noelia aveva fatto armi e bagagli ed era arrivata in Italia per cercare lavoro come badante, decisa a rompere i ponti con l’ex compagno. Maximo però l’aveva seguita fino a Rimini, con l’intenzione di chiederle di sposarlo, portando con sé anche l’anello.

Come è emerso durante l’indagine, condotta dalla squadra mobile della polizia e coordinatata dai pm Celli ed Ercolani, lui aveva continuato a tempestarla di telefonate e messaggi, in alcune occasioni l’aveva minacciata. Noelia però non ne voleva più sapere di quell’uomo e, durante l’ennesimo litigio, Aldana l’ha uccisa con 21 coltellate.

Quando gli uomini della polizia sono arrivati sul posto, Aldana era ancora lì con le mani sporche di sangue. Le due figlie e il figlio di Noelia - rappresentati dall’avvocato Morena Ripa del foro di Rimini - si sono costituti parte civile nel processo e hanno presentato una richiesta di risarcimento danni superiore al milione di euro.