
L’ex assessore comunale ai Lavori pubblici del Comune di Ancona Paolo Manarini
Ancona, 30 settembre 2023 – Andranno a processo in due per il secondo filone dell’inchiesta "Ghost Jobs", i famosi "lavori fantasma" che cinque anni fa fecero tremare il Comune con l’arresto anche di un geometra, Simone Bonci. Nell’udienza preliminare di ieri il gup Carlo Masini ha rinviato a giudizio l’ex assessore comunale ai Lavori Pubblici Paolo Manarini e l’ingegnere del Comune dorico Maurizio Ronconi.
Il procedimento non è quello della corruzione, per cui si è proceduto a parte e solo in tre sono ancora a dibattimento, ma quello dove sono contestati a vario titolo i reati di truffa, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Anche in questo filone ci sono i lavori pubblici, eseguiti male, in parte o nemmeno eseguiti, che erano finiti nel mirino del pm Ruggiero Dicuonzo e del procuratore aggiunto Valentina D’Agostino.
Diverse opere tra la pineta e i laghetti del Passetto che l’amministrazione aveva fretta di inaugurare in quegli anni, e anche i cimiteri. Il tutto, stando all’accusa, favorendo appalti ad un cartello di imprese edili amiche giostrate a piacimento dal geometra infedele che avrebbe guadagnato in utilità e denaro.
Un filone scaturito dopo gli arresti per corruzione, quelli eseguiti a novembre 2019 dalla Squadra mobile, quando le auto della polizia arrivarono sotto gli uffici comunali destando molto scalpore. Per Manarini e Ronconi il processo si aprirà davanti al collegio penale il 10 aprile del 2024. All’ex assessore viene contestata solo l’accusa di un falso ideologico, in concorso con Bonci e Ronconi, per aver falsificato la data dell’affidamento di lavori relativi alla piantumazione del verde nell’area dei laghetti del Passetto, un appalto da 55mila euro. La data sarebbe stata retrodatata con dicembre 2018 invece di gennaio 2019.
Manarini, difeso dall’avvocato Franco Boldrini, ieri mattina era presente in tribunale e ha saputo in diretta che dovrà affrontare un processo. "Non ho recato nessun danno né al Comune né ai cittadini – ha commentato subito dopo l’udienza – sono molto sereno e fiducioso che nel corso del procedimento si potranno approfondire le mie ragioni e potrò dimostrare che non ho commesso nessun reato".
Nell’udienza preliminare di ieri sono state definite anche le posizioni degli altri 10 indagati del filone bis. Tra chi ha fatto richieste di riti alternativi e non, il giudice ha condannato in abbreviato gli imprenditori Francesco Tittarelli, di Ancona, a 8 mesi e Tarcisio Molini, di Treia, a un anno e 6 mesi. Per entrambi pena sospesa. Assolti perché il fatto non sussiste Giuseppe Francucci, di Cingoli, e Giovanna Procaccia, di Teramo. Anche loro procedevano con l’abbreviato.
Hanno patteggiato invece Carlo Palumbi, di Teramo, a 2 mesi, Marco Duca, di Cupramontana, a 40 giorni e l’ex geometra Bonci ad 8 mesi e 10 giorni. Tutti patteggiamenti questi in continuazione con il filone della corruzione dove le posizioni sono state già definite in una udienza precedente.
Non doversi procedere invece è stato deciso dal gup Masini per gli imprenditori Franco Scalzini di Tolentino, Tiziana Tittoni di Pergola e il geometra comunale Gabriele Gatti. Loro, come anche Manarini e Ronconi, non avevano fatto richieste di essere processati con riti alternativi.
L’inchiesta "Ghost Jobs" aveva tirato in ballo anche altri ex assessori della giunta Mancinelli e dirigenti comunali per i quali però era stata poi chiesta l’archiviazione facendoli uscire dal procedimento perché non ritenuti responsabili di nulla.