
Barriere linguistiche. L’intelligenza artificiale entra in sala operatoria
Ancona, 15 novembre 2023 – Paziente olandese affetto da una lesione cerebrale operato alla testa ‘in awake’ (da sveglio) utilizzando un visore virtuale per superare la barriera linguistica: i benefici dell’Intelligenza Artificiale entrano in sala operatoria. Merito della Divisione di Neurochirurgia di Torrette, a partire dal suo primario, il dottor Roberto Trignani che ha guidato un’equipe multidisciplinare di cui hanno fatto parte i neurochirurghi Stefano Vecchioni e Massimo Vissani, il neuroanestesista Edoardo Barboni e la neuropsicologa Silvia Bonifazi, tutti noti per l’utilizzo delle procedure neurochirurgiche in ‘awake’. L’eccezionale procedura ha visto come protagonista un paziente olandese – H.L. – da anni residente in Italia. Sono state adottate nuove tecnologie con l’obiettivo di migliorare il comfort del paziente, monitorare il livello di stress e, in questo caso specifico, per superare le difficoltà correlate alla barriera linguistica del paziente; la sua prima lingua è l’olandese, la seconda è l’inglese. La lingua olandese è stata impiegata per agire sulla sua componente emotiva attraverso il visore di realtà virtuale, la lingua inglese per facilitare l’interazione tecnica prima e durante la procedura. Contestualmente un innovativo sistema di monitoraggio è stato utilizzato per la prima volta in Italia in un contesto di awake surgery per documentare anche gli effetti del visore sul paziente: "In queste speciali procedure il paziente svolge un ruolo da protagonista, si trasforma in un soggetto attivo e consapevole durante l’intervento. Significa potenziare ogni sua risorsa, biologica, psicologica culturale – è il commento dei professionisti coinvolti nell’intervento innovativo –. L’utilizzo del visore ha permesso di modulare le diverse componenti, quella sensoriale, affettivo emotiva, cognitiva, attraverso una condizione immersiva con video e audio in lingua olandese, fornendo al paziente la possibilità di avvalersi di una strategia in più per controllare l’emotività. È evidente che la relazione terapeutica utilizza altri canali oltre a quello verbale e in questo contesto hanno giocato un ruolo fondamentale anche la percezione della presenza, della partecipazione emotiva, dell’empatia col team multidisciplinare".