
Il Falconara si laurea campione d'Italia nel calcio a 5 femminile. Marco Bramucci lascia la presidenza con un trionfo.
Apparentemente tranquillo, in una gradinata laterale. Sobrio, senza scomporsi. Ma attento, presente, partecipe. Un occhio al campo, l’altro ai tifosi. Accanto a lui il vicepresidente Lorenzo Mondini e il dirigente Mirco Giancarli, poco più sotto il main partner di Okasa Andi Celaj. È sul gol di Elpidio, a una manciata di secondi dalla sirena, che Marco Bramucci si lascia andare a un’esultanza sfrenata. Li abbraccia tutti, quelli accanto a sé. Uno dopo l’altro. Sa che il suo Falconara sta per (ri)laurearsi campione d’Italia. Per la seconda volta. E sa, in cuor suo, che da presidente che nel calcio a 5 femminile ha vinto tutto ciò che si poteva vincere, non poteva esserci epilogo migliore, prima di lasciare la guida.
"È la vittoria del 5 luglio 2023 e di chi, in quell’assemblea al Circolo Leopardi, ci ha dato la spinta per ripartire. È la vittoria del cuore. È la vittoria di un gruppo meraviglioso, del loro coach e di un pubblico stratosferico", dice. Un frullatore di emozioni. Intense, per lui, sin dal mattino di domenica. Inaugurato con un post, in cui ha riservato gli auguri speciali alla madre Alida, 82 anni. "Buon compleanno, mamma. Oggi pomeriggio non passerò all’ospedale. Però mi sono organizzato e verrà Mirco. Come regalo di compleanno, esaudisco uno dei tuoi desideri: smettere di fare il presidente della squadra. Così oggi sarà la mia ultima partita".
Poi la trasferta. I tre pullman e le auto private. I 400 tifosi – saranno 500, i marchigiani, al Pala Giovanni Paolo II – al seguito delle Citizens. Ma il pensiero è lì. Agli affetti più cari: "Sto vivendo un periodo complesso a livello familiare e ho voluto fare gli auguri a mia madre perché non sono potuto andare a trovarla. Ho mandato mio cugino. E il futsal ci ha ripagati. La dedica va a lei, a mio padre, a quelle persone che non hanno mai mollato". Due Scudetti, due Supercoppe, due Coppe Italia. La ciliegina dell’European Women’s Futsal Tournament. Glielo avessero detto quel 31 agosto 1995, trent’anni fa, quando da 26 fondatori nacque il Leopardi, prima, e il Città di Falconara, poi, Bramucci avrebbe firmato subito. E allora chiarisce, sul passo indietro: "Il gruppo lo sapeva da mesi ed era già programmato a inizio stagione. Ma ci metteremo subito al lavoro per programmare il futuro".
I sostenitori sono grati: "Un presidente, c’è solo un presidente", cantano a squarciagola. E ribadiscono quel "grazie Marco, cuore e passione, con te Falconara d’Italia e d’Europa campione". Scende in campo, guarda in faccia i suoi. Dagli spalti due ore ininterrotte di cori per le falchette. Riceve una sciarpa, Bramucci. Abbraccia l’amico e compagno di dirigenza Andrea Scaccia, e c’è tanto in quell’abbraccio, poi calciatrici e staff. Ha il piglio di chi è fiero e consapevole di quel che si è costruito. Oggi che i tifosi sono un tutt’uno con la squadra e quel popolo falconarese è diventato comunità.
Giacomo Giampieri