
L'odissea di Francesco Forgione, in attesa per sette ore su una barella
Ancona, 18 ottobre 2023 – Disabile rimasto per ore in attesa in ospedale, la direzione dell’azienda di Torrette fornisce la sua versione dei fatti, ma restano alcuni punti da approfondire. La storia è quella di Francesco Forgione, venticinquenne anconetano affetto da una gravissima patologia neuromuscolare, arrivato al pronto soccorso domenica prima delle 14 a bordo di un’ambulanza per problemi legati a una infezione; Forgione, che era accompagnato dai suoi genitori e dalla sorella che lavora come infermiera proprio a Torrette, è rientrato a casa la sera attorno alle 21.
Non si capisce come mai, vista la disabilità di Forgione e la sua patologia neurodegenerativa, il paziente invece di essere ‘appoggiato’ per ore in pronto soccorso non sia stato subito trasferito all’interno del centro NeMo dedicato proprio a quella tipologia di problematiche.
Nel marzo 2022 al centro è stato dedicato uno spazio tutto suo (l’intera ala di un piano) all’interno dell’ospedale di Torrette, ma domenica non è stato possibile far seguire le cure e le terapie lì dentro.
Sull’andamento di quella giornata è il direttore generale dell’azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche, che subito si è interessato della vicenda dopo la pubblicazione della notizia da parte del nostro giornale, a illustrare la versione dell’accaduto: "Il ragazzo, stando a quanto mi hanno riferito i miei collaboratori – spiega il dg Armando Gozzini – è arrivato in pronto soccorso alle 13,51 di domenica scorsa ed è stato subito preso in carico. Al suo caso, più per la tipologia del paziente, molto complesso ovviamente, è stato dato un codice ‘Arancione’, dunque prioritario e in attesa dello svolgimento delle cure è stato messo in uno dei box singoli di cui è dotato il reparto. Alle 14,01 risulta che il paziente è stato preso in carico. Sono stati fatti gli esami del caso e alle 17,20 l’urologo, reperibile e arrivato da casa, ha visto il paziente. Il resto della tempistica ha riguardato l’attesa per l’ambulanza che lo potesse riaccompagnare a casa. A noi risulta che alle 20,26 il ragazzo è andato a casa. Voglio ribadire che la corsia preferenziale per lui c’è stata, ma è chiaro che determinate procedure richiedono tempo. Con i loro familiari non c’è mai stato alcun problema durante quel pomeriggio, ma vista la criticità del caso abbiamo fatto il possibile per lenire il suo disagio".
Il direttore Gozzini, sentita anche la primaria del pronto soccorso, la dottoressa Susanna Contucci, ha anche risposto alla questione sulla presenza di macchie di sangue sulla lettiga dove Forgione era stato adagiato all’interno del box: "La cosa, mi dicono, appare poco probabile, in fondo i box vengono sanificati ogni volta che un paziente lascia quello spazio".