La mamma aggrappata alle bare: lacrime e peluche per i morti in A14

Strazio per i funerali di Andrea Silvestrone, 49 anni, e dei suoi figli Nicole 14 anni e Brando di 8 anni che hanno perso la vita il 4 febbraio nella galleria Castello di Grottammare. Migliora il bimbo sopravvissuto

La mamma aggrappata alle bare:  lacrime e peluche per i morti in A14

La mamma aggrappata alle bare: lacrime e peluche per i morti in A14

Montesilvano (Pescara), 10 febbraio 2023 – Nella chiesa "Visitazione della Beata Vergine Maria" di Montesilvano (Pescara) ieri mattina si sono celebrati i funerali del papà e dei due figli, morti nel terribile schianto accaduto sabato scorso all’interno della galleria Castello di Grottammare. Un dolore immenso, straziante per i familiari di Andrea Silvestrone, 49 anni, campione di tennis in carrozzina, Nicole 14 anni e Brando di 8 anni.

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Alla madre dei bambini, Barbara, al fratello e alla madre di Andrea si sono strette centinaia di persone, molte delle quali sono arrivate da varie parti d’Italia, poiché Andrea era molto conosciuto nel campo dell’associazionismo. Il comune di Montesilvano è intervenuto con il Gonfalone, il sindaco Ottavio De Martinis e tutta l’amministrazione, presente anche il sindaco di Pescara Carlo Masci, ma soprattutto c’erano tantissimi concittadini.

"E’ stato uno strazio assoluto – ha affermato Luca Silvestrone, fratello e zio delle vittime –. L’unica consolazione è stato il calore, la vicinanza di tanta gente che ci ha fatto capire quanto mio fratello fosse apprezzato. Abbiamo ricevuto tanto amore e tanto affetto". Sulle bare un solo fiore, bianco per Nicole e per Brando. Su quelle dei bambini anche alcuni peluche portati dai compagni di scuola che all’uscita dalla Chiesa hanno liberato in aria grappoli di palloncini bianchi. La mamma Barbara, aggrappata alle bare bianche, alla fine del rito funebre ha preso i peluche, li ha stretti al petto e poi li ha portati via con se. Il saluto del sindaco di Montesilvano De Martinis ha ricordato come Andrea fosse stato un campione paralimpico, ma anche un esempio di forza e caparbietà.

"Non doveva finire così! Avevi ancora tanto da dare e tanto da vivere avevano i vostri amati figli. Non esistono parole che possano manifestare appieno il sentimento di dolore e vicinanza che pervade il cuore di tutti noi. E forse nemmeno tu, che in questo eri un maestro, avresti trovato le parole per dare un senso a quanto accaduto".

Poi il sindaco si è rivolto alla moglie: "Cara Barbara, appena ho trovato la forza sono corso ad abbracciarti. Sappi che quell’abbraccio non era solo il mio, ma voleva rappresentare la vicinanza di tantissime persone, dell’intera città. Il tuo dolore e quello dei vostri familiari è immenso. Sappi che non siete soli: vi siamo vicini e pronti a sostenervi e aiutarvi. Per ogni cosa noi ci saremo. Ora corri ad abbracciare Diego che ha bisogno di sua madre come mai prima d’ora".

Come sta Diego Silvestrone

Nella tarda mattina di ieri Barbara si è recata nell’ospedale di Ancona, dove i medici del reparto di Rianimazione Pediatrica hanno avviato le manovre di alleggerimento delle sedazioni. La prognosi resta riservata ma i medici della maxillo-facciale confermano la stabilizzazione delle fratture e il ripristino della eumorfia del volto. "Le cose si mettono bene per Diego – la conclusione dello zio Luca – adesso ci aggrappiamo a lui, l’unica luce rimasta per andare avanti".