REDAZIONE BOLOGNA

Alluvione, c’è la cabina di regia: Regione e Comune di Bologna uniti per la città. Via agli interventi urgenti sul Ravone

L’annuncio di viale Aldo Moro dopo il sopralluogo di Lepore e de Pascale sulle strade colpite dal maltempo Lavori divisi in tre fasi: focus sulla zona Saragozza per cercare di risolvere al più presto il problema canali

Il sopralluogo del presidente della Regione Michele de Pascale col sindaco Matteo Lepore nelle zone alluvionate, l’8 gennaio

Il sopralluogo del presidente della Regione Michele de Pascale col sindaco Matteo Lepore nelle zone alluvionate, l’8 gennaio

Bologna, 19 gennaio 2025 – Il governatore Michele de Pascale e il sindaco Matteo Lepore, durante il sopralluogo di inizio mese nelle zone alluvionate di via Andrea Costa e dintorni, l’avevano in parte anticipato: rafforzare il gruppo di lavoro tra Regione, Comune e altri enti per concentrarsi e mettere in sicurezza i torrenti di Bologna, Ravone in primis.

E ora, ecco l’istituzione di un’unica cabina di regia tra Regione, Comune e Città metropolitana per gli interventi riguardanti il capoluogo post-alluvione.

“Un passo necessario per fronteggiare rapidamente le criticità causate dall’alluvione che ha colpito il nostro territorio e avviare interventi per mettere in sicurezza idraulica la città e l’area metropolitana – commenta il sindaco –. Con questo accordo ci impegniamo a superare ogni disallineamento e frammentazione, con un governo unitario degli interventi”.

Le fasi di intervento per Bologna saranno dunque tre. La prima riguarda gli interventi urgenti di breve termine, con un primo ripristino delle funzionalità pre-alluvione di opere gravemente danneggiate; rientra in questa fase il ripristino della copertura divelta dei canali e la sistemazione degli stessi nelle aree delle vie Andrea Costa, Zoccoli, Brizio, Monte Nero; il gruppo tecnico ha avuto specifico mandato di individuare questi interventi urgenti e risolverli rapidamente.

La seconda fase prevede invece la valutazione di interventi mirati nei canali per la rimozione di restringimenti della portata idraulica, per lo più causati da opere private.

La terza fase infine mira a completare lo studio idraulico già avviato sul complesso del reticolo e del sistema idraulico per la messa in sicurezza strutturale del nodo bolognese. In questa fase verranno individuate le opere specifiche e lo strumento attuativo, poi si quantificheranno gli importi, le fonti di finanziamento e verranno valutati gli attuatori più idonei.

Sul territorio metropolitano sarà poi attivato uno specifico team di lavoro tecnico da parte dei rispettivi enti a scopo di coordinamento e indirizzo delle varie parti coinvolte nella gestione dell’assetto idrogeologico.

Particolare attenzione sarà data agli ambiti collinari a partire dalla Val di Zena, particolarmente colpita dagli eventi dell’autunno scorso.