GIOVANNI GUIDI
Cronaca

Un’app gratuita per aiutare i bimbi a parlare: ecco come funziona ‘Parola’

Nata dalla ricerca di alcune università tra cui quella di Bologna, è disponibile online e può essere un importante supporto per i bambini fra i 2 e i 3 anni, con giochi interattivi, attività e podcast

I bambini tra 2 e 3 anni considerati "late talker" sono stimati fra il 9% e il 21%

I bambini tra 2 e 3 anni considerati "late talker" sono stimati fra il 9% e il 21%

Bologna, 28 novembre 2024 – Si chiama ‘Parola’ ed è l’app sviluppata dai ricercatori delle Università di Bologna, Padova e L’Aquila assieme alla cooperativa Indici Opponibili per aiutare i genitori a supportare lo sviluppo linguistico dei più piccoli. Si tratta di una web app, disponibile gratuitamente online, con giochi interattivi, attività e podcast pensati per stimolare lo sviluppo della comunicazione e del linguaggio.

L’applicazione 

Lo strumento nasce in un momento in cui le difficoltà linguistiche tra i bambini sono in aumento, a causa della crescente povertà economica ed educativa, anche a seguito della pandemia di Covid-19 che per un lungo periodo ha ridotto le occasioni di incontro.

"L’app ha un triplice obiettivo: aumentare l’informazione grazie a una serie podcast, aiutare a osservare lo sviluppo del linguaggio dei propri figli e proporre attività che possano essere condivise e svolte insieme in modo divertente", dice Annalisa Guarini, professoressa al Dipartimento di Psicologia ‘Renzo Canestrari’ dell’Università di Bologna, tra i coordinatori del progetto. "I genitori troveranno materiali da scaricare e stampare, musiche e ritmi da ascoltare e ballare e storie da raccontare e mettere in scena".

I bimbi “lenti a parlare”

Si stima che l'incidenza dei bambini fra 2 e 3 anni considerati ‘late talker’, cioè con un vocabolario molto ridotto e una ridotta capacità di combinazione delle parole, possa variare tra il 9% e il 21%. Questi non recuperano sempre il ritardo e le loro difficoltà possono essere persistenti, con effetti a cascata sullo sviluppo linguistico, emotivo e degli apprendimenti.

"In alcuni casi le difficoltà linguistiche possono essere recuperate grazie a un ambiente supportivo e linguisticamente ricco, mentre in altri casi purtroppo le difficoltà linguistiche possono essere persistenti", spiega Simonetta D’Amico, professoressa al Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche dell’Università degli Studi dell’Aquila.

In questo contesto, i genitori hanno un ruolo cruciale nell’osservare lo sviluppo del proprio bambino e promuovere un ambiente comunicativo che possa supportare lo sviluppo linguistico e comunicativo

I ricercatori

Il progetto è stato possibile grazie a un finanziamento di rilevanza nazionale del Ministero dell’Università e della Ricerca (Bando PRIN 2022). Hanno partecipato studiosi che da anni si occupano di queste tematiche (Annalisa Guarini, Maja Roch, Simonetta D’Amico, Alessandra Sansavini, Chiara Suttora, Mariagrazia Zuccarini, Irene Leo e Maria Chiara Pino) e di giovani ricercatori e ricercatrici che hanno iniziato da qualche anno questo percorso (Laura Menabò, Caterina Verganti, Raffaele Dicataldo, Claudia Bellani, Marco Giancola e Marta Sannino). 

Disponibile sul sito web del progetto, l’app Parola si sta già diffondendo nella città metropolitana di Bologna grazie alla collaborazione del Comune di Bologna. La diffusione tra i pediatri di libera scelta della città metropolitana è coordinata dai pediatri Marina Govoni e Michele Torella.