Bologna, discoteca Capannina. I carabinieri indagano sui funzionari della Soprintendenza

E’ stata la dirigente dell’ente, Cristina Ambrosini, a inviare la segnalazione all’Arma

La Soprintendente Cristina Ambrosini

La Soprintendente Cristina Ambrosini

Bologna, 1 dicembre 2018 - I carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio culturale sono già al lavoro. E ad aver dato il via alle indagini dell’Arma è stata lei, la Soprintendente Cristina Ambrosini, un mese fa, mentre parallelamente apriva un’inchiesta interna per due suoi funzionari. È lei, infatti, che il 10 ottobre scorso aveva concesso l’autorizzazione paesaggistica alla discoteca Capannina, di proprietà dell’imprenditore e playboy Paolo Pazzaglia, nonostante l’esistenza del vincolo paesaggistico sui Colli rendesse a rigore insanabili gli abusi edilizi commessi, come chiarito da più di un suo predecessore.

Ambrosini aveva parlato di «volumi di minimo impatto», di «cortina verde alberata che rende perssocché non visibili le strutture», salvo poi, appena 20 giorni, aver annullato in autotutela quell’autorizzazione. Perché? Perché quell’autorizzazione della Soprintendente era «frutto di un’istruttoria superficiale, incompleta e non aderente alla situazione di fatto e di diritto». Accuse pesantissime che la dirigente ha, di fatto, mosso nei confronti dei suoi funzionari. E contro di loro, infatti, ha trasmesso gli atti ai carabinieri, facendo partire l’indagine che è ancora in fase preliminare. I militari del Nucleo tutela del patrimonio, infatti, stanno acquisendo la corposa documentazione sull’affaire Capannina, a cui pochi giorni fa si è aggiunto l’ennesimo tassello – sfavorevole a Pazzaglia – di una guerra al tribunale amministrativo non ancora chiusa.

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Al Tar Pazzaglia, tramite la Giulia srl che detiene la discoteca, aveva impugnato la presa d’atto di Palazzo d’Accursio del giudicato del Consiglio di Stato che sanciva l’impossibilità di concedere l’autorizzazione paesaggistica perché il Comune, nel lontano ’95, non aveva sufficientemente motivato perché ritenesse compatibile gli abusi, e il ripristino dell’ordinanza di demolizione emessa nel ’79 e poi ‘congelata’ con il contenzioso. Al Tribunale amministrativo Pazzaglia ha presentato l’ok della Soprintendenza del 10 ottobre e, di contro, il Comune l’annullamento del 30 ottobre, ottenendo quest’ultimo ragione.

Spetterà ora ai carabinieri raccogliere tutti gli elementi sui funzionari che hanno istruito la pratica per l’autorizzazione paesaggistica e fare una prima valutazione. Poi l’informativa sarà inviata in Procura, dove il pm aprirà formalmente l’inchiesta. Nel frattempo, anche la Soprintendenza ha avviato un’indagine interna, con due disciplinari che sarebbero già arrivati a sanzione.

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