
I lavori per svuotare il canale di Reno dopo l'alluvione: qui siamo all'altezza di via Sacco e Vanzetti
Bologna, 22 novembre 2024 – Il Canale Reno è ancora in piena emergenza a oltre un mese dall’alluvione che ha travolto la zona sud di Bologna nella notte tra il 19 e il 20 ottobre.
Lo testimonia l’aggiornamento fornito da Canali di Bologna, ossia l’aggregazione che unisce i Consorzi Canali di Reno e Savena sui lavori sotterranei che al momento stanno interessando la zona della griglia di via Sacco Vanzetti. Si tratta del punto dove il canale si interra, dopo un lungo tratto scoperto che costeggia la pista ciclopedonale da Casalecchio fino alla Certosa.
Dopo avere attraversato il parchetto che ora è intitolato a Giacomo Bulgarelli, e dopo uno sgrigliatore (tristemente famoso per le tante paperette che periodicamente restano impigliate), il canale si inabissa nella terra sotto la città.
Cosa è successo la notte dell’alluvione

Il 19 ottobre, il Canale di Reno era vuoto. Come sempre, in questo periodo dell’anno, in canale viene privato dell’acqua per svolgere la manutenzione ordinaria. Ma, vista l’allerta meteo rossa, sarebbe stato svuotato comunque, proprio per essere pronto ad accogliere “i grandi apporti idrici dei rii collinari”, spiegano i tecnici di Canali di Bologna. Ma purtroppo neanche questa misura, che ha salvato Bologna centinaia di volte, non è stata sufficiente: il canale Reno “ha dovuto affrontare un volume d’acqua doppio rispetto a quello del maggio 2023. Questo ha causato il superamento della capacità del reticolo, con il canale che non è riuscito a contenere la sovrabbondanza di acqua”. L’effetto dell’immissione delle acque del rio Meloncello nel canale di Reno “lo fa quasi funzionare al contrario”.
I danni causati dall’alluvione

“Il reticolo – prosegue Canali di Bologna – ha subito gravi danni, con frane e accumuli di fango e detriti, in particolare nel tratto sotterraneo che va dalla Certosa fino al centro storico, in via Marconi”. Il punto critico è stato sotto agli ‘stradoni’, ossia via Tolmino e via Sabotino. Qui il torrente Ravone incrocia il canale Reno: cioè viaggiano l’uno (il Ravone) sopra l’altro (canale Reno). L’enorme massa d’acqua, detriti e fango del Ravone è tracimata nel canale sottostante. Dal giorno seguente, il canale Reno è ‘murato’ dal fango, misto a ghiaia e detriti vari, che si è seccato, diventando duro come il cemento.
Ne consegue che il canale Reno è e resterà impraticabile ancora a lungo: prima va ripulito e svuotato, poi andranno valutati danni strutturali che richiederebbero interventi lunghissimi. E questo è un grave problema: il canale Reno è il ‘bacino’ di emergenza di Bologna. Per fortuna, stiamo andando verso un periodo tradizionalmente siccitoso (l’inverno) ma se avvenisse un evento estremo in questo momento sarebbe davvero pericoloso. Per questo, i lavori in corso sono una corsa contro il tempo.
Cosa si sta facendo
“Attualmente, sono in corso lavori di manutenzione straordinaria, caratterizzati da interventi intensivi e urgenti, finalizzati al completo ripristino della funzionalità del canale”, spiega Canali di Bologna. Le ruspe stanno lavorando nella zona della griglia di via Sacco e Vanzetti, a fianco del parchetto Bulgarelli. “I lavori si svolgono in spazi ristretti e sotterranei – spiegano i tecnici che pubblicano anche foto estremamente esplicative –, utilizzando una sequenza operativa a catena. Gli escavatori rimuovono i detriti solidi, che vengono trasportati all’esterno tramite dumper cingolati. Un ulteriore escavatore, all'esterno, raccoglie il materiale e lo carica su camion per il successivo smaltimento. La stessa procedura viene utilizzata per la rimozione del fango, con l’impiego di mini pale”.
Quanto materiale va smaltito
“L’intervento, complesso e delicato, prevede il riempimento e lo smaltimento di circa 250-300 camion di materiale. Sebbene il processo sia lungo e difficile, prosegue con grande determinazione, con la speranza di evitare imprevisti – conclude l’aggregazione dei consorzi Canali di Reno e Savena –. L’obiettivo è ripristinare il canale in tempi brevi, per garantire la sicurezza idraulica e la piena funzionalità del sistema idrico”.
Qual è il percorso del canale Reno

Il canale Reno parte dal fiume Reno, ossia ha origine dalla Chiusa di Casalecchio. Le sue origini sono antichissime: “Secondo un documento ottocentesco, verosimilmente già nell’XI secolo l’alveo del fiume Reno era sbarrato a Casalecchio con una traversa lignea da cui derivava acqua un canale che giungeva fino a Bologna e alimentava anche un canale navigabile”, spiega Canali di Bologna.
Dalla Chiusa, scende ancora scoperto in città lungo la ciclopedonale di via Porrettana, passa tra l’antistadio e la Certosa, poi si interra all’incrocio con via Sacco e Vanzetti. Passa sotto via Valdossola (dove riceve le acque del rio del Meloncello), prosegue sotto via Sabotino. All’altezza di viale Vicini si intravede nella Grada, ossia “le due grate di ferro, tuttora conservate, usate per fermare i rami e le frasche trasportate dalla corrente e per impedire introduzioni clandestine di merci e di persone all’interno della cinta muraria”. Dopo via della Grada, prosegue – nel tratto coperto nel 1957 – sotto via Riva Reno per arrivare al tratto che è stato recentemente scoperto nell’ambito dei lavori del tram. Prosegue poi lungo via delle Moline (e ne prende il nome, nato “per i mulini per grano distribuiti lungo il corso interposto fra le case con gli affacci sulle vie Capo di Lucca e Alessandrini”). Poco dopo si può ammirare nella famosa finestrella di via Piella.
Oltre via Irnerio il canale delle Moline prosegue sotto via del Pallone, arriva a porta Galliera. Attraversata piazza XX Settembre, il corso d’acqua formato dal canale delle Moline e dal torrente Aposa corre parallelamente a via Boldrini. A partire grosso modo dall’incrocio con viale Silvani, il corso d’acqua raggiunge il sostegno della Bova – nell’attuale via Bovi Campeggi.