FEDERICA GIERI SAMOGGIA
Cronaca

Il Ramadan e i bimbi nelle scuole: "Ancora pochi praticano il digiuno. Ma è una tendenza in aumento"

Filomena Massaro, preside dell’Istituto comprensivo 11, che si trova al Pilastro, e del 12, al Savena "Pensavamo che, vista l’età, fossero esentati: abbiamo avuto circa 15 casi e siamo rimasti un po’ spiazzati".

Filomena Massaro, preside Istituti 11 e del 12 dove alcuni alunni osservano il digiuno

Filomena Massaro, preside Istituti 11 e del 12 dove alcuni alunni osservano il digiuno

Bologna, 19 marzo 2024 – Pochi casi, "ma in aumento, soprattutto alle elementari, rispetto allo scorso anno", puntualizza la preside reggente dell’Istituto comprensivo 11 del Pilastro, Filomena Massaro. Loro sono i bambini dell’elementare, "ma anche della media" che durante il Ramadan digiunano.

Come gli adulti. Situazione circoscritta, ad esempio all’Istituto comprensivo 8 di via Ca’ Selvatica ce n’è solo uno che salta il pasto per motivi religiosi, ma di cui i presidi devono prendere atto.

"Siccome pensavamo che i più piccoli fossero esentati dal digiuno, quanto si è verificato, ci ha spiazzato", osserva Massaro. Non fosse altro perché, al netto dell’astensione da cibo e acqua per motivi religiosi, accade anche che "un genitore della media – rivela Massaro che è anche preside dell’Istituto 12 al Savena – mi abbia chiesto di non far utilizzare lo strumento musicale al figlio".

Lo stesso, per un flauto, si è verificato sempre all’Istituto 8. Sul flauto, Massaro ha le idee ben chiare: "Lo strumento musicale è previsto nel nostro curriculum scolastico".

Certo questo è "un tema delicato, ma noi siamo una scuola laica, non religiosa e sottostiamo alle legge italiane".

Una posizione che trova sponda nel provveditore Giuseppe Antonio Panzardi: "La questione è aperta ed è nota. La nostra scuola ha delle regole. E’ fondamentale mettere a conoscenza delle famiglie, di tutte le famiglie, queste regole a cui ci si deve adeguare".

Altra nota dolente, ad esempio sono le assenze prolungate dei bambini non italofoni che partono e stanno nel paese di origine della loro famiglia per settimane. All’Istituto comprensivo 6 di via Finelli, nessuno manca alla mensa, ma si evita che i test Invalsi – che si possono svolgere dal 4 al 30 aprile – coincidano con la fine del Ramadan.

"E’ una riflessione che abbiamo tenuto all’interno del Collegio dei Docenti – spiega la preside Flora Milena Di Gioia –. E comunque con le famiglie non abbiamo mai avuto alcun problema organizzativo".

Del resto l’ultimo giorno di Ramadan, "i ragazzi stanno a casa e giustificano la loro assenza come tutti".

Infine, tornando al digiuno, sia il bambino del comprensivo 8, sia i circa 13 dell’undicesimo vanno a casa al momento del pasto.

"Mi rifiuto di far stare un bambino in refettorio davanti a un piatto vuoto, mentre i compagni pranzano – precisa Massaro –. Come pure non può essere lasciato in classe da solo perché non ho personale a sufficienza per stare con lui". Perciò la dirigente prende carta e penna e scrive ai genitori che vogliono che il figlio si astenga dal cibo, "di venirlo a prendere e di riportarlo a scuola dopo il momento del pasto". Cosa che accade in modo puntuale.

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