P38 la gang: via il passamontagna, il cerchio si stringe

Verso l’identificazione degli altri componenti del gruppo che inneggia alle Br. In Regione Schlein risponde a FdI: "Nessuna collaborazione con il Tunnel"

Un frame del video di una canzone della band girato sotto la Regione

Un frame del video di una canzone della band girato sotto la Regione

Bologna, 11 maggio 2022 - Ci sono dei nomi, al vaglio dell’autorità giudiziaria di Reggio. Un cerchio che si stringe attorno ai quattro componenti della band P38, a cui presto verrà tolto il passamontagna, definendone identità e anche responsabilità in merito a quella che rivendicano come la loro arte, un inno agli anni di piombo, al terrorismo e alle Br in salsa trap. Un primo soggetto, un ventisettenne, è già stato identificato e, a ruota, stanno arrivando altri nomi su cui la Digos sta facendo accertamenti. Questo, mentre Marco Vicini, il gestore del circolo Arci Tunnel di Reggio dove la band si è esibita il primo maggio, ieri, ascoltato dagli inquirenti, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Le indagini sono comunque a un punto di svolta, mentre la polemica politica è ancora distante dal trovare una tregua. "Non esiste alcun rapporto di collaborazione istituzionale col circolo Arci Tunnel, ma il nostro rapporto come Regione intercorre con Arci regionale. Non un solo euro è andato direttamente o indirettamente all’iniziativa oggetto di contestazione. Dunque l’immagine della Regione non può essere messa in correlazione con quello spettacolo", sono parole di Elly Schlein, vicepresidente della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, rispondendo a un’interrogazione di Fratelli d’Italia, che ha chiesto di rivalutare le concessioni, i contributi e i patrocini e di recedere da qualsiasi rapporto di collaborazione istituzionale in corso con il circolo che ha ospitato il concerto della band P38, il primo maggio.

"La nostra condanna – prosegue Schlein – è ferma e deve essere il circolo stesso a porre in essere tutti i provvedimenti necessari per garantire il rispetto che si deve ai caduti per mano dei terroristi. Come Regione siamo da sempre in prima linea per la memoria delle vittime del terrorismo. La Regione si riserva di adottare tutte le misure necessarie per prendere le distanze dall’episodio". "I brani della band – ha fatto presente Fdi, che ha anche presentato un esposto sull’esibizione al Crash a Bologna – non possono essere ascritti a una ‘semplice’ ricerca di notorietà. In quei testi ci sono messaggi di elevata pericolosità. Non possiamo fermarci alla semplice condanna. Bene che la magistratura abbia avviato le indagini".

Una condanna il deputato di FdI Galeazzo Bignami chiede al sindaco Matteo Lepore: "È sorprendente che Lepore decida di attaccare una imprenditrice come Elisabetta Franchi, che ha portato ricchezza, prestigio e lavoro al nostro territorio, per delle frasi che lei stessa ha chiarito, e invece taccia su vicende per le quali una parola del sindaco sarebbe stata doverosa visti gli ‘ospiti’ che si sono esibiti in spazi pubblici recentemente. La solita doppia morale ipocrita del Pd ".

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