
L’elicotterista Riccardo Rondelli, A fianco, la mamma 27enne col piccolo
Il piccolo Moise è nato, nella notte tra mercoledì e giovedì, già con un primato ‘tra le mani’: il primo bimbo venuto al mondo tra le nuvole, su un elisoccorso, nel territorio di Bologna e, stando a quanto si apprende, anche in tutta la regione. La madre, una congolese al terzo parto naturale, era ospite di un Cas di Vidiciatico, frazione di Lizzano, quando le è iniziato il travaglio. A raccontare l’incredibile e unica esperienza è il 30enne Riccardo Rondelli, l’infermiere dell’Ausl Bologna che era a bordo dell’elisoccorso. Rondelli, da sette anni in Ausl, è anche elicotterista da due anni.
Come erano le condizioni della donna quando siete arrivati nella notte a prelevarla?
"L’ambulanza era sul posto già da un pò quando noi siamo arrivati. Le acque le si erano rotte, ma la testa non si vedeva ancora. Inoltre le ultime contrazioni le aveva avute mezz’ora prima che arrivassimo noi. Ad arrivare al Maggiore in elicottero ci avremmo messo 15 minuti al massimo, l’ambulanza, via terra, un’ora e mezza. Quindi vista l’urgenza abbiamo deciso di caricare noi, eravamo convinti di fare in tempo ad arrivare all’ospedale viste le condizioni della paziente".
E poi cosa è successo?
"Mancavano pochi minuti all’arrivo, stavamo sorvolando San Luca. A un certo punto io, che per posizionamento a bordo sono il più vicino alla paziente, mi sono reso conto che le contrazioni si erano fatte sempre più ravvicinate e ho visto la testa del piccolino. Noi l’avevamo già preparata per far sì che, una volta atterrati, lei fosse pronta per il parto. A quel punto la stessa paziente ha iniziato a sentire più male e, in pochi secondi, giusto il tempo di un’altra spinta, il bambino era fuori".
Il parto così anomalo ha spaventato la donna?
"No. Per fortuna lei era molto tranquilla, dato anche che aveva già partorito due volte naturalmente: sapeva cosa stava affrontando. Certo è che la situazione è stata unica: per fortuna la ragazza parlava bene l’italiano e lo capiva, quindi le abbiamo sempre spiegato cosa stava succedendo. Appena il bimbo è uscito lo abbiamo riscaldato e glielo abbiamo messo in grembo, poi siamo atterrati e l’abbiamo trasportata in Maternità".
Un’emozione incredibile per la vostra equipe, anche perché, solitamente, in elicottero portato pazienti con traumi gravi.
"Un’esperienza che certo non si dimentica: sia per quanto avvenuto, ma anche per il lieto fine e la positività della storia a cui abbiamo partecipato. È stato davvero bello assistere a un momento così emozionante, anche in relazione a quanto, purtroppo, trattiamo di solito".
Zoe Pederzini