Sacrati, fine del giallo. I risultati dell’autopsia: "Fu morte naturale". Mercoledì le esequie

Il caso dell’ex patron della Fortitudo, deceduto durante la detenzione. Negativi i test su intossicazioni: eliminata l’ipotesi dell’intervento di terzi.

Sacrati, fine del giallo. I risultati dell’autopsia:: "Fu morte naturale". Mercoledì le esequie

Sacrati, fine del giallo. I risultati dell’autopsia:: "Fu morte naturale". Mercoledì le esequie

Bologna, 28 marzo 2024 – Gilberto Sacrati è morto per cause naturali. L’alone di mistero che circondava la morte dell’ex patron della Fortitudo, morto a 63 anni il 23 febbraio scorso nell’appartamento di Casalecchio in cui stava scontando la detenzione domiciliare dopo la condanna per il crac della Effe e della sua società immobiliare, è stato definitivamente dissipato. Gli esami autoptici eseguiti dal consulente nominato dai familiari dell’imprenditore, infatti, non hanno rilevato nel suo corpo la presenza di alcuna sostanza, fosse essa un farmaco, uno stupefacente o qualcos’altro di sospetto, compatibile con un’intossicazione e, soprattutto, con l’eventuale ruolo di terze persone nel decesso del sessantatreenne. Il quale era peraltro da tempo gravemente malato.

Il test, eseguito dal medico legale Matteo Tudini, si era concentrato sull’analisi tossicologica dei tessuti e delle componenti biologiche del corpo, cui era stato aggiunto pure un focus mirato a individuare molecole specifiche. Nulla di sospetto è emerso: le cause della morte – pur non accertate tramite un esame autoptico più approfondito, che però a questo punto, in assenza di segni di violenza sul corpo, perde di senso effettuare – sono certamente naturali. Si chiude così il giallo che aveva circondato le ultime ore di vita dell’imprenditore.

La salma è ora tornata in possesso dei cari di Sacrati: le esequie si terranno dunque mercoledì prossimo, il 3 aprile. Un momento di ricordo e commiato per chi gli ha voluto bene, con modalità ancora da definire.

Il giallo attorno alla morte di Sacrati era scaturito dal fatto che alcune note dissonanti erano emerse al momento dell’intervento dei sanitari del 118 e dei carabinieri, quando l’uomo morì il mese scorso. Perciò, era stata in particolare la figlia maggiore dell’uomo, tramite il proprio avvocato Gabriele Bordoni, a chiedere e ottenere dalla Procura (pm Giampiero Nascimbeni) la riforma dell’iniziale ’no’ all’autopsia – diniego dettato appunto dal fatto che il decesso era stato ritenuto naturale dai sanitari e dalle forze dell’ordine intervenute –, e la disposizione dell’ulteriore esame sul corpo del padre.

Nello specifico, tra i punti oscuri contestati, c’era il fatto che nell’appartamento in cui l’ex patron biancoblu fu trovato senza vita vi erano alcuni soprammobili a terra, in frantumi – quadri e bicchieri –, come se vi fosse avvenuta un’accesa lite; inoltre, non aveva convinto i parenti dell’uomo la testimonianza della donna che si trovava con lui durante i suoi ultimi istanti, ritenuta sotto certi aspetti lacunosa. Perplessità riunite poi in una segnalazione presentata in Procura dall’avvocato Bordoni, a seguito della quale era stato dato l’ok a proseguire con le analisi, ma con un consulente di parte.

Solo nel caso in cui queste avessero rilevato elementi sospetti sarebbe stato poi disposto dal pm uno studio anatomopatologico più approfondito sul corpo, esame irripetibile e impossibile da eseguire all’obitorio. Non è stato però questo il caso.

"Sarebbe stato avvilente scoprire che le cause della morte di Gilberto non erano state naturali, ma dovevamo assecondare lo scrupolo di eseguire tutti gli approfondimenti del caso – commenta l’avvocato Gabriele Bordoni all’esito degli esami –. Altrimenti, non avremmo fatto fino in fondo il nostro dovere. Lo dico sia come difensore sia, soprattutto, da amico di Gilberto".

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