Villa Inferno Bologna 2020, l'avvocato indagato "Io, l’ex innamoratissimo"

Mezz’ora dal gip a "negare ogni cessione di coca alla ragazzina per sesso". E dall’inchiesta spunta la foto della cena di Natale: "Era la mia fidanzata"

La relazione tra la diciassettenne e l’avvocato di 44 anni era iniziata a ottobre 2019

La relazione tra la diciassettenne e l’avvocato di 44 anni era iniziata a ottobre 2019

Bologna, 10 settembre 2020 - Le iniziali cucite sulla camicia, U.M., la mascherina blu a righe sul volto, gli occhi provati da una situazione che mai avrebbe pensato di vivere. "Ma sono un avvocato – dice – e sono abituato alla pressione". Sabato compirà 45 anni, ma non sarà certamente una grande festa. Sono le 11.30 quando, accompagnato da Roberto Bruzzi, suo difensore, U.M. esce dalla stanza del gip Letizio Magliaro, dove ha appena terminato di rendere l’interrogatorio di garanzia (foto).

Leggi anche Un indagato svela le regole dei festiniIl racconto: "Cocaina e sesso nel bagno turco" - "Quella ragazza è come Satana". Le accuse del fidanzato 45enne

Migration

Lui, avvocato civilista, ora costretto a passare dall’altra parte: quella dell’accusato. E gli addebiti che Procura e carabinieri gli addossano pesano come macigni: l’aver ceduto cocaina alla diciassettenne che ha fatto scoppiare lo scandalo di Villa Inferno, allo scopo di "indurla a compiere attività sessuale". "Ma lei – dice al Carlino l’indagato – era la mia fidanzata della quale ero innamoratissimo. Ho chiarito tutto al giudice, ho fermamente negato qualunque tipo di cessione di stupefacenti in cambio di sesso, come l’induzione alla prostituzione della ragazza".

LEGGI ANCHE Festini Villa Inferno, altre 15 persone nel mirino dei pm - Villa Inferno, altre case nel mirino. La Bologna bene trema

image
image

L’amore era iniziato a ottobre 2019, quando Luca Cavazza, capo ultras della Virtus ed ex politico indagato, "mi portò in un’altra casa – così la diciassettenne in uno dei verbali – di un tifoso per assumere cocaina. Ho conosciuto così U.M., con il quale ho iniziato ad uscire sia perché mi procurava droga da consumare insieme, sia perché mi trovavo bene da lui. Mi ha detto di essere un avvocato a Bologna e nella sua abitazione in molte circostanze ho consumato cocaina anche insieme ad altri".

La relazione andò avanti alcuni mesi, poi si interruppe e la diciassettenne iniziò a frequentare un altro degli otto indagati, l’immobiliarista P.R. di 45 anni. Ma la ragazzina, nelle conversazioni intercettate, resterà sempre "la ex di...". C’è poi un altro episodio che emerge dagli atti, la cena di Natale del 24 dicembre 2019 a casa della minore dove erano presenti quest’ultima, i genitori e il civilista. Una relazione che piaceva alla famiglia della ragazzina, come emerge in un’altra telefonata, dove viene riportata la preoccupazione della mamma nei confronti della figlia nel non "farsi vedere a cena in centro" con il nuovo fidanzato perché poi "l’ex, U.M., potrebbe restarci male".

Perché, ribadisce lui oggi, "la amavo e mi difenderò da questo attacco", con i media che, "parlando di Villa Inferno, fanno un discorso generico, associando tutte le posizioni". In quella villa di Pianoro, "con sauna e piscina, dove spesso – come precisò la sua giovane ex –, si svolgono incontri per consumare coca e fare sesso, tanto da essere conosciuta come Villa Inferno", il legale non ci sarebbe mai stato. "Mai, a nessun festino", giura. La prossima settimana, chiude il collega-difensore Bruzzi, "andremo dal pm".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro