Alluvione a Cesena, furia dell’acqua. Paura e disperazione: "Sono vivo ma ho perso tutto, come farò?"

Il dramma si scatena in pochi minuti in via Roversano Una bimba di tre anni salvata a nuoto dai vicini di casa

Cesena, 17 maggio 2023 – L’inferno comincia intorno alle 15.30. E’ il momento in cui il fiume Savio rompe il primo argine in città. Lo vedono gli agenti della polizia locale, che stanno pattugliando la zona tra il Ponte Vecchio e il Ponte Nuovo, con quest’ultimo chiuso al traffico, in attesa dell’arrivo del ‘ragno’, il mezzo meccanico che deve liberare le arcate ostruite dai tronchi.

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Le comunicazioni via radio sono fittissime, la reazione immediata. Partono le squadre della protezione civile coi sacchi. Si prova a rispondere. Ma serve poco per rendersi conto che la partita è impari, che con la natura non c’è gara.

Mai come oggi, perché mai qualcuno dei tantissimi presenti che si assiepano per vedere cosa sta accadendo, ricorda un evento simile. Passano i minuti e i segnali d’allarme diventano grida di terrore. In via Roversano, in zona Ponte Vecchio, il fiume arriva ovunque, superando il primo piano delle abitazioni. "E’ a tre metri d’altezza" grida chi abita in zona ed è riuscito a uscire in tempo. Non a tutti è andata così bene. Ci sono persone anziane rimaste sole e isolate e lo stesso vale per i bambini.

Sull’altro lato del fiume ci sono due fratellini bloccati da soli. Sono all’asciutto, ma sono spaventati. La madre è in strada che chiede aiuto. Aiuto lo chiede anche un’altra madre, che regge in braccio la figlia di tre anni, sporgendosi dalla porta con l’acqua all’altezza della pancia.

La bimba viene soccorsa da un gruppo di vicini, che la raggiungono a nuoto.

Sembra un film dell’Apocalisse, come certifica l’elicottero dei vigli del fuoco, che corre in aiuto di chi, isolato, è salito sui tetti di casa. Li salvano col verricello, calandosi dall’aria. Mentre altri pompieri si fanno largo tra l’acqua alta remando sui gommoni o usando mezzi anfibi: barche che navigano sulle strade. Impressionante. L’abnegazione è encomiabile, nessuno si risparmia, ma purtroppo tanti si disperano.

C’è chi piange, chi grida, chi semplicemente si stirnge la testa tra le mani. "Ho perso tutto", "Quando scende il fiume?", "Quando arriva il ragno?" , "Come è potuto accadere?".

Ad attendere il mezzo meccanico che può dare respiro al Ponte Nuovo in effetti sono in tanti e in alcuni momenti si registrano momenti di tensione, fortunatamente sedati dalla professionalità delle forze dell’ordine.

Il sindaco Enzo Lattuca, sceso in strada insieme agli assessori Castorri e Lucchi, davanti alla drammaticità della situazione dice che la priorità assoluta è salvare le vite umane, e su questo ha certamente ragione. Anche perché purtroppo ieri, intorno al fiume, mettere in salvo la vita non è stato scontato. Anche perché a peggiorare le cose ci sono stati i blackout, elettrici e delle linee telefoniche.

Le persone tratte in salvo sono state trasferite nella zona del Carisport e della scuola elementare Salvo d’Acquisto, in attesa di trovare sistemazioni alternative, anche con l’aiuto del Comune. Poi è arrivata la sera, ha smesso di piovere. Una tregua. Perché il pericolo non è ancora passato. Cesena è ferita, ha le difese debilitate. Ma deve resistere. Almeno un altro giorno.