Colori regioni: la zona gialla è lontana per Emilia Romagna, Marche e Veneto

L'aumento dei contagi ogni 100mila abitanti si porta dietro una crescita del numero di persone che risultano positive al Coronavirus. L'occupazione ospedaliera rimane però sotto il 10%. Il dato più stabile è l'indice Rt. L'analisi completa del monitoraggio ministeriale dei dati Covid

Covid: gli ultimi dati di Emilia Romagna, Veneto e Marche

Covid: gli ultimi dati di Emilia Romagna, Veneto e Marche

Bologna, 21 novembre 2021 - Continuano a crescere i contagi Covid settimanali in Emilia-Romagna, Marche e Veneto. Tra le cause molto probabilmente c'è l'incidenza (numero di casi positivi ogni centomila abitanti), che è in salita costante nelle ultime quattro settimane e a sua volta si porta dietro un aumento dei letti di terapia intensiva e reparti non critici occupati da malati covid.

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Se in Emilia Romagna e Marche i casi positivi settimanali sfondano rispettivamente le soglie dei 4mila e mille casi, in Veneto se ne registrano quasi 7mila. Con l'incidenza che in quest'ultima regione si avvicina pericolosamente a 150 e nelle altre due a 100 casi ogni centomila abitanti, di conseguenza anche le percentuali di occupazione ospedaliera sono salite, pur moderatamente.

Gli indici Rt rilevati nell'ultimo monitoraggio dell'Iss, in compenso, rimangono stabili, così come l'Rt nazionale, che è a 1,21 come una settimana fa. In Italia (qui l'ultimo bollettino) l'incidenza è passata da 62 a 88 casi ogni centomila abitanti e tutte e 21 le regioni e province autonome risultano classificate a rischio moderato, ma rimangono in zona bianca. Le terapie intensive, invece, in generale sono passate dal 5 al 6%, i reparti Covid non critici dal 6 al 7%.

Entriamo nel dettaglio dell'ultimo monitoraggio Covid, messo a disposizione dal Ministero della Salute, il numero 79 che riporta i dati della settimana dall'8 al 14 novembre 2021 (qui è disponibile l'analisi del monitoraggio precedente, il numero 78). 

Emilia Romagna

Cresce ancora la percentuale dei tamponi positivi al Coronavirus, escluse per quanto possibile le attività di screening. Nel monitoraggio precedente l'Emilia Romagna era passata dal 5 al 6%, ora si sale fino al 7%. E così i casi settimanali da 3.095 vanno a 4.290. Un dato simile si era registrato nel picco contagi di inizio agosto. In effetti, i dati di allora sono molto simili a quelli di oggi. L'Rt regionale sale di poco da 1.18 a 1.22, mentre l'incidenza fa un balzo: da 69.62 a 96.5. Si avvicina così a 100 (la soglia per la zona gialla è 150), ma il dato in aggiornamento dei giorni 12-18 novembre è al di sopra, ossia 111.7.

Sia reparti Covid sia terapie intensive hanno un 6% di occupazione (erano al 5% nel monitoraggio precedente). Ma sono ancora lontane dalle soglie di allerta: 10% per le terapie intensive e 15% per i reparti non critici.

Però, se ad agosto non si era andati oltre questi dati (Rt: 1.21, incidenza: 92.72, casi settimanali: 4.122), ora siamo ancora alle porte dell'inverno e non è precisamente prevedibile quando arriverà il picco dei contagi. Si prospetta un inverno lungo, per questo governo e regioni vogliono accelerare con la terza dose del vaccino anti-Covid

Marche

Dopo la crescita dell'occupazione degli ospedali nelle ultime settimane, ora c'è un assestamento ed è una buona notizia per le Marche: le terapie intensive rimangono al 9% (soglia d'allerta: 10%) e i reparti Covid non critici al 7% (soglia d'allerta: 15%). A salire un po' di più questa volta sono casi settimanali e incidenza. I contagi sono stati più di mille: 1.453, contro i 958 della settimana 1-7 novembre e i 683 dal 25 al 31 ottobre. In lieve discesa l'indice di contagio Rt che passa a 1,23 della scorsa settimana a 1,21 di questa rilevazione.

Il discorso dell'incidenza è simile alla regione Emilia-Romagna. Anche nelle Marche è vicina a quota 100 (96.78, contro 63.81 del monitoraggio precedente), ma nei giorni 12-18 novembre la supera: 112.5. Significa che i contagi giornalieri e settimanali potranno salire ancora e anche qui cresce la percentuale dei tamponi positivi al Coronavirus, escluse le attività di screening: dal 5 al 6%.

Le valutazioni di probabilità di diffusione dell'epidemia e la classificazione complessiva di rischio sono ancora 'moderate', 'basso' l'impatto sugli ospedali. Rispetto alle altre due regioni, i dati più notevoli per la Regione sono quelli che riguardano l'occupazione ospedaliera.

Veneto

Sono quasi 7mila i casi settimanali veneti: 6.859. Se ne erano registrati 4.187 dall'1 al 7 novembre e 2.926 nella settimana 25-31 ottobre. La crescita, quindi, è quasi del doppio settimana dopo settimana. E comincia a farsi sentire anche l'incidenza, che nel monitoraggio è a 141.35, ma sale a 166,1 nel dato in aggiornamento dei giorni 12-18 novembre. Questi sono i due indicatori più alti.

Gli unici dati a rimanere invariati sono l'indice Rt, stabile a 1.23 e le terapie intensive al 6%. Salgono invece di un punto percentuale i reparti non critici: 5%.

In confronto a Emilia Romagna e Marche, il Veneto soffre per l'incidenza molto alta che continua a far aumentare i contagi. Fino a che questi ultimi non intaccheranno in maniera preoccupante gli ospedali, la situazione rimane sotto osservazione.

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