Scuola, rientro 2022. Governo: nuove regole per la Dad. Regioni: "Si esprima il Cts"

Tra il 7 e il 10 gennaio è previsto il rientro in classe dopo le vacanze di Natale: protocollo della Commissione Salute con misure differenziate in base all'età degli studenti. Il governo punta a rivedere il numero di contagi che fa scattare la Dad per tutta la classe

Bologna, 4 gennaio 2022  - La data del rientro a scuola (7 o 10 gennaio, a seconda delle Regioni) fa ancora discutere, con la pandemia da Covid 19 in forte crescita trascinata dalla diffusione velocissima della variante Omicron. Oltre ai contagi, preoccupa anche il nodo trasporti. 

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Scuola, il Covid incombe sulla riapertura della scuola il 7 o 10 gennaio
Scuola, il Covid incombe sulla riapertura della scuola il 7 o 10 gennaio

Con l'avvicinarsi della data fissata per le riaperture, si sono riuniti i presidenti delle Regioni, per una decisione comune, mentre stamattina si è svolta la riunione della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni. Nel frattempo, il premier Mario Draghi ha ricevuto a Palazzo Chigi i ministri dell'Istruzione Patrizio Bianchi e della Salute Roberto Speranza e il commissario all'emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo. Al centro della riunione, a quanto si apprende, ci sarebbero il tema del rientro in classe e le regole per i contagi nelle scuole.

Il protocollo elaborato dalla Commissione Salute prevede misure differenziate a seconda dell'età con regole diverse per scuole dell'infanzia, elementari, medie e superiori. Alla fine comunque è stato concordato che a esprimersi, in ultima istanza, dovranno essere gli esperti del Cts. E mentre alcuni virologi si augurano che "il rischio sia calcolato", i pediatri sono più ottimisti: "I bambini sono più sicuri a scuola che fuori".

Le Regioni: si esprima il Cts

Sia il Cts ad esprimersi sul rientro in classe e le linee guida da seguire sulla gestione dei casi Covid e delle quarantene in vista della ripresa della scuola dopo la pausa natalizia e con i contagi in crescita: ecco la richiesta che i governatori hanno concordato nel corso della riunione di oggi. Le Regioni, pur avendo messo a punto una serie di proposte, ritengono che debba essere il Comitato tecnico scientifico a esprimersi e a chiarire le modalità del rientro in classe in presenza del picco della pandemia Covid.

Governo verso un aumento della soglia per la Dad

Sul fronte del Governo, l'ipotesi di lavoro emersa anche durante la riunione tra il premier Mario Draghi e i ministri a Palazzo Chigi sulla scuola è semplice: preservare il più possibile le lezioni in presenza, rivedendo il numero di contagi che fa scattare la Dad per tutta la classe. La soglia per la Dad potrebbe essere aumentata in particolare per le fasce di età che hanno una copertura vaccinale più elevata. La priorità, sarebbe stato ribadito, è quella di garantire il più possibile le lezioni in presenza, mettendo in campo tutte le soluzioni adatte a gestire il picco della quarta ondata Covid atteso a gennaio. 

Le posizioni di Zaia e Bonaccini

Una posizione che aveva anticipato in mattinata il presidente del Veneto Luca Zaia: "Siamo alle battute finali verso il d-day della riapertura delle scuole, è inevitabile che il dibattito sia molto più importante". Secondo il Governatore, se la scuola potrà riprendere in presenza, e con quali modalità, dovrà essere indicato dal Comitato tecnico scientifico. Nella riunione di oggi, Zaia ha sostenuto la riapertura delle scuole "facendo autodiagnosi, screening e portando le mascherine".

Il governo "più che prendere la proposta delle Regioni bisogna che avanzi una proposta al paese sulla scuola", aveva detto ieri sera  in tv il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini a In Onda su La7, spiegando invece di non essere d'accordo con il governatore campano Vincenzo De Luca sull'idea di un rinvio del ritorno in aula.

Ieri il Governo aveva respinto la richiesta di De Luca, che aveva parlato di 20-30 giorni di stop e di un rientro in classe a febbraio. 

Il nodo delle quarantene a seconda dell'età

Ma vediamo cosa prevede il protocollo elaborato dalla commissione Salute della Conferenza delle Regioni. Per le scuole dell'infanzia si immagina una settimana di quarantena con un solo caso di contagio Covid. Per gli studenti delle elementari e delle medie (con età  inferiore ai 12 anni) quarantena di 7 giorni in presenza di 2 o più casi di contagio. Per le scuole secondarie di primo (età uguale o superiore ai 12 anni) e secondo grado, la quarantena scatterebbe con 3 o più casi di contagio in classe. Per le classi in quarantena, oltre alla didattica a distanza sarebbe previsto, per poter tornare a  scuola, un test antigenico o molecolare tra il quinto e il settimo giorno di isolamento.

​Costa: "Riaprire le scuole a gennaio"

L'intenzione del Governo è di riaprire le scuole in presenza in gennaio,  ribadisce dal canto suo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa durante una visita all'ospedale covid di Sanremo. "L'intenzione del governo è di riaprire le scuole, il 10 gennaio, e riaprirle favorendo il più possibile la didattica in presenza. Il fatto che il 74% dei ragazzi tra 12 e 19 anni si è vaccinato, ci mette di fronte e a un quadro migliore rispetto a qualche settimana fa. L'unica riflessione che resta aperta è sul meccanismo delle quarantene per cercare di limitare al minimo la didattica a distanza". "Ovviamente - ha aggiunto - per i ragazzi tra i 6 e i 12 anni le percentuali sono più basse, attorno al 10%, perché la vaccinazione è partita da poche settimane". 

 Il virologo Menichetti: "Rischio spero calcolato"

"Il rientro a scuola in presenza sarà una sfida e un rischio spero calcolato" commenta il virologo Francesco Menichetti, già primario di Malattie infettive all'ospedale di Pisa.  "Si consideri che la campagna vaccinale per la fascia 5-11 anni - rileva il medico - al momento è stata un fallimento" e che "il virus oggi circola tantissimo nelle prime decadi fino ai 20 anni. Io sulla scuola sono molto prudente - sottolinea l'esperto - penso che vada preservata la didattica in presenza ma penso che per farlo avremo molti problemi perché la popolazione è molto poco vaccinata, soprattutto tra i bambini più piccoli".

I pediatri: "A scuola bimbi più protetti che fuori"

Secondo Elena Bozzola, segretario nazionale della Società italiana di pediatria (Sip) e dirigente medico dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, "la paura di riaprire le scuole" dopo le feste "non ci deve essere. A scuola i ragazzi sono più sicuri". Il motivo? Semplice: "Perché ci sono le insegnanti che sono tenute ad essere rigorose sulle regole Covid, fanno indossare le mascherine, li tengono sotto controllo per quanto riguarda il rispetto delle distanze, e c'è il controllo della temperatura e l'igienizzazione costante delle mani. Ora con le vacanze invece il rischio che i bambini possano spargere un po' l'infezione fra di loro è maggiore, proprio perché si incontrano in contesti informali e magari abbassano la guardia". 

I presidi a Bianchi: rivedere le quarantene

L'Associazione Nazionale Presidi ha incontrato oggi il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, esprimendo "preoccupazione" sul rientro in classe e chiedendo una revisione del protocollo sulle quarantene. "Non possiamo pensare a una ripresa delle lezioni in presenza senza un protocollo di gestione dei cluster più funzionale di quello attuale e che rispecchi, comunque, le nuove disposizioni di legge - afferma il presidente, Antonello Giannelli -. Dubito che già dal 7 gennaio le scuole potranno avvalersi del supporto delle ASL per gestire la messa in quarantena secondo le nuove disposizioni, visto che questo non è successo quando il numero di contagi era molto inferiore a quello determinato dalla variante Omicron".  "Il rischio concreto - continua la nota - è quello di riprendere le attività didattiche in presenza senza i supporti necessari per fronteggiare un contesto pandemico sempre più difficile per la gestione del servizio". "La scuola - conclude Giannelli - è sottoposta da mesi a un durissimo stress-test e, in assenza di adeguate contromisure come quelle da noi richieste (mascherine ffp2 per tutti, tamponi per gli esenti, protocollo in linea con le nuove norme, screening massivo), non potrà garantire la qualità e l'efficacia del servizio malgrado l'immenso e continuo impegno dei dirigenti scolastici, dei loro staff e del personale tutto".

Dad e bozza del documento delle Regioni

Tornando alla bozza di proposta delle Regioni, alla scuola primaria e in prima media, con 4 o più contagi in classe, è prevista una settimana la Dad e la quarantena per tutti gli alunni della classe, oltre al tampone (quest'ultimo necessario solo per i non vaccinati, se quelli con copertura vaccinale non hanno sintomi). Sotto questa soglia è prevista l'autosorveglianza per tutti e la raccomandazione di indossare la mascherina Ffp2, oltre a quella di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti da quelli familiari. È quanto prevede

La raccomandazione delle Regioni è quella di prevedere questa misura in vista di una copertura vaccinale alta (70%) con contatti a basso rischio e di tenere conto dell'andamento epidemiologico e in particolare della variante Omicron.

Nel documento si legge: "Si ritiene utile sottolineare alcuni aspetti non direttamente legati alla gestione dei contatti: evitare la ripresa delle attività di educazione fisica, canto e utilizzo di strumenti a fiato, verificare la correttezza del consumo dei pasti in mensa, promuovere maggior utilizzo di FFP2, avere attenzione a garantire una corretta aerazione delle aule".

 

Zaia e l'autodiagnosi degli studenti 

I test in autodiagnosi per la scuola - che esistono in altri Paesi come Israele e Gran Bretagna, spiega Zaia, sono fondamentali perché altrimenti non sarebbe possibile garantire lo screening per tutti gli studenti. "In tempo di pace la sutura si fa in ambiente sterile, in guerra anche un po' di grappa è un buon disinfettante", afferma Zaia, secondo cui posto che "il molecolare è il golden standard", bisogna "affrontare con coraggio" il tema dei test in autodiagnosi "nel dibattito relativo alle scuole". Ciò detto, la proposta che la Regione Veneto porterà al tavolo "sarà innovativa", conclude Zaia. 

Ordinanza di chiusura scuole

Intanto nelle Marche, a Tolentino, il sindato con un'ordinanza ha rimandato a lunedì 10 gennaio la riapertura delle scuole, inizialmente prevista per il 7-8, a causa dell'impennata dei contagi da Coronavirus. 

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