Editoriale

Servono più risorse per i piccoli comuni

Ogni giorno sui giornali si parla delle difficoltà delle amministrazioni pubbliche a tenere i conti in ordine. Lo Stato ha sempre meno soldi da destinare ai Comuni e questo è un problema serio. Va però detto che molti Comuni sprecano risorse finanziando opere non sempre utili, cosa che potrebbero evitare. Chi è veramente in difficoltà sono i piccoli comuni sotto i 3mila abitanti. Questi sì che fanno fatica a tirare avanti e andrebbero aiutati meglio.

Luigi Mancini  

Risponde Beppe Boni

I sindaci dei comuni formato mini sono da considerare eroi quotidiani. Hanno spesso mezzi e uomini limitati, risorse scarsissime, devono arrangiarsi come possono, i dipendenti devono essere multifunzionali. O così o si affonda. E sono soprattutto i paesi collocati in zone di montagna ad essere costretti a combattere tutti i giorni con difficoltà di ogni genere perché spesso lontani dai centri urbani più attrezzati e con una viabilità che lascia a desiderare.

Il problema è serio perché le situazioni di disagio tendono a spopolare l'Appennino. Il tema è stato affrontato a fine gennaio nella sede Anci (Associazione nazionale comuni italiani) di Roma da parte della Consulta nazionale dei piccoli comuni, una sorta di club che riunisce le amministrazioni sotto i 5 mila abitanti.

Alessandro Santoni, primo cittadino di San Benedetto Val di Sambro (Bologna) e neo coordinatore Anci dei piccoli comuni ha chiesto, tra le altre cose, che il governo nella ripartizione delle risorse destinate agli investimenti tenga presente le esigenze peculiari dei centri al di sotto dei 1000 abitanti. Anche la Regione può fornire un aiuto agevolando i privati che investono. Senza il fornaio, l'edicola, il bar i paesi muoiono. E con essi il valore dei territori meno urbanizzati.

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