Fano, 1 ottobre 2024 – “La trattoria Nadia, con non poco rammarico, chiude l’attività e ringrazia la sua affezionata clientela. Di nuovo grazie a tutti”. Questo messaggino è stato inviato a centinaia di persone da Daniele Berloni, che assieme alla moglie Daniela, che altro non è che la figlia della Nadia che aprì questa attività di ristorazione nel 1971, tira giù le serrande per sempre. “Ho avuto un sacco di messaggini da parte dei nostri clienti e molti erano davvero dispiaciuti per questa decisione. Ma è tempo di andare in pensione, sperando di godercela. Volemo chiudere a fine anno, poi si sono verificate della situazioni per cui abbiamo anticipato i tempi. In teoria avremmo dovuto riaprire martedì alla fine delle ferie, poi abbiamo cambiato idea e non voleva la pena fare alcuni interventi per soli tre mesi di lavoro”.
Una trattoria molto particolare “La Nadia” perché ha vissuto per decenni senza lodi di grandi chef e nemmeno di stellette: è diventato popolare, non solo a Fano ma in tutto la provincia, attraverso il tam-tam dei clienti. Dice Alessandro Gualandi titolare della Olivetti e della Toshiba: “Ci portavo spesso gli alti dirigenti a mangiare e quando uscivano la prima cosa che dicevano era: ‘quando ci torniamo?’”. Si narra che un grande finanziere piemontese – persona molto low profile – fino a qualche anno arrivasse a Fano in elicottero per andare a mangiare in questa trattoria: “Eravamo attirati dal fatto che vedevamo dal porto partire queste cassette piene di ostriche che prendevano la strada per Parigi”, commenta una nobildonna con tanti di quei cognomi che non ci stanno in un normale biglieto da visita: ci vuole un lenzuolo.
“La nostra era una clientela fatta non solo da fanesi (per anni è stato il punto di riferimento dei vertici della Fondazione Carifano, ndr) ma tanti arrivavano anche da Pesaro, dal ravennate e da Bologna. Per anni nostra cliente è stata la senatrice a vita Liliana Segre che arrivava, anche lo scorso anno, con la figlia e la scorta”, racconta Berloni.
Il segreto? Cucina tipica e ambiente familiare in questo ristorante un po’ nascosto: dietro un pergolato nella zona del Bersaglio a due passi dalla vecchia pista dei go kart. “Era sempre pieno zeppo e per riuscire a mangiare bisognava prenotare una settimana prima. Poi un rapporto qualità prezzo ottimo. Cose semplici, che sono poi anche le più difficili da fare perché sono difficili da mascherare”, commenta Alessandro Gualandi. E’ stato un ritiro a tappe quello di Berloni e della moglie perché dal 2010 hanno deciso di tenere chiuso per cena, quindi sono passati alla chiusura della domenica ed ora la decisioni di chiudere definitivamente l’attività.