Igor il russo, un detenuto rivelò: "Ecco chi l’ha portato in Spagna"

In agosto aveva messo gli investigatori sulle orme di Feher, all’epoca ancora latitante. "Un amico gli ha fornito due passaporti falsi e un’Audi"

La cattura di Norbert Feher

La cattura di Norbert Feher

Ferrara, 19 maggio 2018 - Lo sgambetto alla grande fuga di Norbert Feher è chiuso in una busta spedita dal carcere di Biella al comando provinciale dell’Arma. Attraverso una manciata di righe, un detenuto tradisce l’imprendibile killer serbo, rivelando il nome della persona che lo avrebbe aiutato a scappare dalla ‘zona rossa’ dopo gli omicidi di Davide Fabbri e Valerio Verri. Dettagli inediti che emergono dalle pieghe dell’informativa conclusiva dei carabinieri, il documento che mette la parola fine a una caccia durata più di otto mesi. La missiva arriva in via del Campo il 22 agosto dell’anno scorso. È l’estate calda di ‘Igor il russo’, lo pseudonimo con cui Feher è conosciuto a Ferrara e a Bologna. Centinaia di uomini lo stanno cercando tra il Mezzano e la Bassa Bolognese. Filoni di indagine sono aperti anche in altri Paesi. Serbia, Austria e, appunto, Spagna, dove i carabinieri arrivano alla fine dell’estate. Ed è proprio nella penisola iberica, luogo che Feher ha bazzicato e dove si sa avere appoggi importanti, che il 15 dicembre finirà la sua latitanza.

Ma torniamo indietro a quella strana lettera. Un detenuto marocchino dice di sapere tutto di Igor/Norbert. In che nazione si trovi, in quale casa, quale sia il nome scritto sul passaporto fasullo che ha in tasca, chi glielo abbia procurato e chi si sia «preso la briga di farlo scappare da Ferrara». Lo straniero viene subito ascoltato. Le sue parole accendono i riflettori su uno scenario in parte inesplorato. Il nordafricano è un fiume in piena. Fa il nome di un suo connazionale (che chiameremo M.), un uomo impegnato in diversi traffici tra le due penisole. Ora, racconta agli inquirenti, «si trova in Spagna, precisamente a Malaga». E ancora. «Ha portato due passaporti falsi per darli all’attuale ricercato serbo».

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Ma chi può dare tale certezza a una persona che si trova dietro alle sbarre? La ‘fonte’ spiega anche questo. A fornirgli elementi concreti è la moglie. Durante un colloquio in carcere, la donna gli racconta che M. ha lasciato Malaga per tornare in Italia. E potrebbe averlo fatto «per aiutare Igor a lasciare il Paese». A supporto del suo racconto, il detenuto descrive nei dettagli il rapporto di fiducia che c’è tra Feher e il presunto fiancheggiatore («Igor si fida solo di lui»). Poi si spinge oltre e indica il luogo in cui, secondo lui, si trova il fuggitivo. Si tratta di una cittadina vicino a Malaga. In mano avrebbe dei documenti falsi, riconducibili al vecchio proprietario di una Audi A4 acquistata dal detenuto in un periodo precedente al suo arresto e poi rubata da M., proprio per «consegnarla a Igor».

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Igor, le famiglie delle vittime italiane e spagnole si incontrano a Budrio / FOTO e VIDEO

La ‘gola profonda’ precisa inoltre che con quel passaporto e quella macchina, Igor avrebbe potuto muoversi liberamente, «perché il documento falso» in suo possesso e «l’intestatario del veicolo coincidono». Il detenuto marocchino si sofferma pure sui traffici attraverso i quali si sarebbe cementata l’amicizia tra M. e Feher. Il racconto procede a salti ma, a quanto lascia intendere, dovremmo essere nell’estate del 2016. Igor, spiega il marocchino agli inquirenti, aiutava il compagno a trafficare droga e a fare entrare clandestini in Europa.

L'ARRIVO IN ITALIA
L'ARRIVO IN ITALIA

Il ruolo del serbo sarebbe stato quello di fornire ai migranti documenti falsi e di accompagnarli fino alla prima stazione. Una volta, aggiunge la ‘fonte’, sarebbero stati fermati insieme a Gibilterra. In quel frangente, M. è stato arrestato, mentre Igor è riuscito a scappare. Per tornare in Italia? Questo non è dato saperlo. Quel che è certo – e lo conferma anche il detenuto – è che la penisola iberica fosse il suo obiettivo ultimo. Voleva «fare un colpo grosso in Italia e poi trasferirsi definitivamente in Spagna». E in Spagna ci è veramente arrivato. Probabilmente a bordo di una Audi. Ma lasciando dietro di sé una lunga scia di sangue e terrore.