
Una sosta, cartina sul cofano, per verificare dove il lupo è stato avvistato da alcuni agricoltori
Ferrara, 31 marzo 2025 – Se la prende comoda il lupo di pianura – del resto caccia fino a tardi – e allora non c’è bisogno di alzarsi all’alba per seguirne le tracce. Sono le 8,30, i ricercatori che da anni ‘tallonano’ il nuovo inquilino tra frutteti e strade, si danno appuntamento davanti alla facoltà. La jeep con il logo dell’ateneo è tirata a lucido, al collo il binocolo, nel cofano le fototrappole. Il pieno è stato fatto. Si può partire.

Da San Martino, a via Sgarbata, che da San Bartolomeo arriva alle porte della città. Da Cona a Gualdo, a Gambulaga, frazione di Portomaggiore. Ricercatori Unife lungo le strade della provincia, 007 dell’ambiente, il muso del fuoristrada puntato verso le zone dove ci sono stati gli ultimi avvistamenti di lupi. Ormai non sono pochi, una costellazione di segnalazioni, che dal Delta del Po, da Campotto – qui venne avvistato il primo branco a spasso lungo un argine – portano a Bondeno, a pochi chilometri dalla città. “Sono in aumento, già da questo primo sopralluogo possiamo dire che il numero degli esemplari è cresciuto. Probabilmente ai due branchi originari se n’è aggiunto uno che si è insediato nella zona di Bondeno. Comunque i dati li avremo solo alla fine del monitoraggio”.
Una mappa alla quale sta prendendo parte anche un altro esperto di lupi, Riccardo Gennari, 60 anni, guida ambientale, al timone del Wolf group. Segnalazioni e conferme. Spiega Mattia Lanzoni, ricercatore Unife. “Abbiamo rilevato la sua presenza, segni del suo passaggio, impronte. Abbiamo anche individuato le prede, anche qui una conferma. Nel menù del lupo di pianura il piatto forte sono nutrie, daini e caprioli. Gli avvistamenti nell’area di via Sgarbata”. Proprio qui nei giorni scorsi il lupo era stato filmato mentre attraversava i cortili delle case, immortalato dalle telecamere nella zona piscina, davanti all’ingresso. Insieme a Lanzoni, nei sobbalzi della jeep, tra frenate e buche, il dottor Mattia Corsato, 28 anni, laureato in scienze biologiche a Ferrara. E’ borsista e laureando per la specialistica nel corso di genomica-biodiversità ed evoluzione. Farà la sua tesi sul lupo nella nostra provincia. “Porterò avanti il tirocinio e farò la tesi sulla distribuzione, presenza e comportamento alimentare della specie canis lupus nella macroarea del Delta, nella provincia di Ferrara”, spiega. Relatore il prof Stefano Grignoglio; correlatore Lanzoni. Non è la prima volta che Corsato mette gli occhi sul lupo. Ha fatto già uno studio sul carnivoro nella zona del Monte Grappa. “Ho deciso di affrontare la specie – racconta, il mezzo frena, c’è nel fango un’impronta – perché nutro da sempre un grande interesse nei suoi confronti, per la sua capacità di adattabilità, resistenza, socialità, per la difficile coesistenza con l’uomo. L’obiettivo è quello di fornire una giusta informazione, dati reali. Potrà essere utile per la convivenza con la specie dall’Appennino alle Alpi. E alla nuova frontiera, la colonizzazione della pianura”. La task force fa parte del dipartimento di scienze dell’ambiente guidato dal prof Giuseppe Castaldelli. Non solo il lupo.
Studiano il granchio blu, il destino dell’anguilla che sembra essersi un po’ ripresa quando ormai tutti la davano per spacciata, a rischio estinzione. Addio grigliate. Di nuovo il lupo. Una frenata, ci sono tracce fresche sul terreno. E’ il luogo ideale, un crocevia. Scendono e attaccano ad un albero, ben nascosta, una fototrappola. Come quelle che hanno messo nel Mezzano, dove hanno filmato cucciolate che giocavano. “Ci sono luoghi d’incontro, rendez vous. Quando li individuiamo collochiamo le fototrappole, spiano quanti sono i nuovi nati. E quelli che hanno eletto questo territorio a loro dimora”. Un paradiso, tra nutrie e caprioli, qualche fagiano che spicca il volo troppo tardi. Distrazione fatale.