
Assessori, si entra nel vivo. Spunta l’ipotesi Sansavini
Angelica Sansavini è il nome nuovo che circola in queste ore per la composizione della prossima giunta di Forlì. Dopo la fumata nera di lunedì che, con il blocco della discussione, non ha permesso al sindaco di approfondire l’identikit delle figure di sua nomina, si accredita sempre più la scelta dell’ex presidente di Domus Coop per l’assessorato al welfare.
Proprio all’inizio del mese Sansavini, 69 anni, ha lasciato la presidenza della cooperativa sociale da lei fondata e guidata per 42 anni. Socia della Fondazione Cassa dei Risparmi Forlì, è entrata anche nel consiglio di amministrazione dell’ente dal 2013 al 2021, così come è stata componente del Consiglio nazionale di Confcooperative.
Il suo nome si andrebbe ad aggiungere a quello di Vittorio Cicognani, fedelissimo del sindaco Zattini. Con il welfare affidato a Sansavini si riaccendono le possibilità di vedere confermato Giuseppe Petetta, di Forza Italia, che scalzerebbe il compagno di partito e più votato alle urne, Alberto Gentili, accreditato della delega al sociale in un primo momento, ma con Zattini che gradirebbe avere al suo fianco il collaudato Petetta, soprattutto in una giunta che si avvia verso un forte rinnovamento.
Rimane così da sciogliere il nodo della Lega, che dovrebbe indicare un assessore tra Daniele Mezzacapo e Andrea Cintorino (anche se il segretario, Jacopo Morrone, ha chiesto la conferma per tutti e due). Una volta definita la posizione della Lega si andrà perciò verso la composizione finale della squadra, con Fratelli d’Italia che indicherebbe Vincenzo Bongiorno e una assessora, probabile sia Emanuela Bassi, la Civica con Paola Casara e Kevin Bravi, Forza Italia con Petetta, il sindaco a questo punto, oltre a Cicognani e Sansavini, potrebbe indicare il suo terzo nome, che potrebbe essere l’assessore uscente alla cultura, Valerio Melandri, ma solo nel caso che la Lega proponga come assessora Cintonino, altrimenti il nome dovrebbe essere per forza quello di una donna, per poter avere la giusta rappresentanza di genere che, in questo caso, significa almeno 4 assessorati al femminile.
Matteo Bondi