
A Dovadola come da tradizione, nella chiesa della Badia, si è tenuta la giornata celebrativa per onorare l’anniversario
"L’amicizia fra le persone è vera e profonda, se basata sull’amicizia con Dio". La giornata celebrativa per ricordare l’89° anniversario della nascita della Beata Benedetta Bianchi Porro, culminata venerdì sera nella chiesa della Badia di Dovadola con la messa solenne presieduta dal vescovo diocesano Livio Corazza e concelebrata con i sacerdoti don Giovanni Amati e don Rudy Viscarra, parroco e vice dell’Unità pastorale di Rocca-Dovadola, con don Urbano Tedaldi di Castrocaro e don Domenico Gatti, cappellano dell’ospedale, è stata guidata da questa frase della Beata. una frase attualizzata dal vescovo nell’omelia.
Riferendosi alla recente Giornata mondiale della Gioventù a Roma, Corazza ha insistito su Benedetta come modello di vera amicizia, "che amava gli altri, perché amava Dio anche nella sofferenza e nella croce". Ecco perché "i suoi amici andavano al suo letto di dolore per consolarla e se ne tornavano consolati". Di qui anche "l’attività di Anna Cappelli (morta vent’anni fa) per farla conoscere al mondo è stata una bella testimonianza di amicizia cristiana con Benedetta, pur non avendola conosciuta".
Alla celebrazione, animata dal coro parrocchiale accompagnato dall’organo, hanno partecipato il vicesindaco Massimo Falciani, le sorelle Emanuela e Carmen, dovadolesi, abitanti della valle del Montone e di Forlì e perfino un gruppo di scout di Taranto, a Dovadola per un capo estivo e per celebrare i 30 anni della scelta del nome del clan ‘Benedetta Bianchi Porro’.
Al termine della celebrazione, tutti i partecipanti sono usciti sul piazzale della chiesa, dove il vescovo ha benedetto il nuovo impianto luci e la fontana del parco antistante la Badia dedicato alla Beata.
Il gruppo scout Taranto 19 dedicato a Benedetta, resterà ancora alcuni giorni a Dovadola. Racconta uno dei responsabili, Salvatore Ficocelli, 49 anni, ricercatore ambientale, sposato con Eva e padre di due figli, fra cui Benedetta (nome in omaggio alla Beata): "Nel 1995 venimmo a fare un campo scout sulle colline di Dovadola, conoscendo Benedetta e la sua spiritualità. Cosi decidemmo di dedicare il nostro clan a lei. E ogni tre-quattro anni torniamo a Dovadola per un campo estivo e conoscere meglio la sua vita, gli scritti e la sua spiritualità".
Aggiungono, infine, i capi clan Emilia Bocchia e Andrea Ghionna: "Per noi Benedetta è un’amica, una compagna di strada e quando siamo stanchi – sottolineano – lei è una guida che non si stanca mai".