Forlì, 8 novembre 2022 - "Una tragedia nella tragedia". Così ‘Le Iene’ hanno titolato il loro servizio di ieri sera, definendo così il suicidio del 65enne forlimpopolese protagonista della storia raccontata da un servizio di otto giorni fa. Questa sera la puntata, aperta proprio con questa vicenda, è andata in onda a poche ore dall’apertura di un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio.

Con un espressione contrita, i conduttori Teo Mammucari e Belen Rodriguez sono apparsi in video su Italia Uno poco dopo le 21, facendo riferimento a una vicenda di cui "tutti, anche noi, parliamo da giorni". Definendola "una doppia tragedia che ci lascia sgomenti".
Dopodiché hanno lanciato un servizio di Matteo Viviani, ovvero colui che era stato inviato a Forlimpopoli a settembre, apparendo in video con il 65enne il 1° novembre. È stata ripercorsa la vicenda, ed è stato sottolineato che, oltre a Daniele, altri ragazzi avrebbero iniziato un rapporto via social con ‘Irene Martini’ (questo il falso nome utilizzato dal pensionato forlimpopolese, che si mostrava con foto ‘prese in prestito’ da una modella).
La ‘Iena’ Viviani ha contattato questi altri giovanissimi per ascoltare la loro testimonianza, per capire come stessero e se quella relazione ingannevole avesse impattato anche nelle loro vite. Se per alcuni non è stato nulla di significativo, per altri invece "la storia ha rappresentato qualcosa in più come per Daniele". Rispetto al suicidio del 65enne, anche Viviani rimarca che si tratta di "una tragedia nella tragedia".
Aggiungendo che "non solo non lascia indifferenti, ma ha colpito tutti. Perché a prescindere dalla lettura che ognuno può fare di questa storia si sta parlando della vita di un uomo, che a causa di un meccanismo perverso si era legata a quella di un altro uomo e ne ha seguito lo stesso tragico destino". Un meccanismo, dice, tipico del catfishing, ovvero il fenomeno dell’adescamento in rete (la metafora, tradotta dall’inglese, è quella del gatto che pesca). Già trattato più volte in passato dal programma.
Su questo si è imperniata l’ultima parte del servizio: il catfishing colpisce sempre soggetti più deboli, più fragili, persone alle quale dovrebbe andare la tutela maggiore. Il servizio si conclude ponendo tre domande: attorno a questo problema si sta vivendo un vuoto normativo? Esistono gli hanno gli strumenti per proteggere le persone più a rischio? Il reato di sostituzione di persona previsto dal codice penale è sufficiente?