
La giunta di Santa Sofia: "Valuteremo dipendenti interni come suggerito". Ma i sindacati denunciano un "clima lavorativo teso e opprimente".
S’infiamma il dibattito sulla gestione della Casa Residenza Anziani gestita dall’Asp San Vincenzo de’ Paoli per conto dei Comuni di Civitella, Galeata, Premilcuore e Santa Sofia. Alle sollecitazioni e alle critiche sollevate dalla minoranza consigliare ‘Per Santa Sofia’, l’amministrazione comunale di Santa Sofia risponde precisando che la struttura di via Unità d’Italia è stata oggetto di numerosi controlli e ispezioni da parte di soggetti differenti (Commissione distrettuale, Nas, Azienda sanitaria, Carabinieri) e tutti hanno evidenziato esiti positivi.
La nota non nega però la grave difficoltà nel reperire personale adeguato e disponibile a lavorare in ambito socio assistenziale. "Purtroppo il sistema di gestione delle case di riposo e, più in generale, il sistema cooperativistico – dichiara l’assessora ai servizi sociali Isabel Guidi – sta vivendo un periodo difficile a livello nazionale e la nostra realtà non ne è immune, ma ci sono tempi adeguati per una profonda riflessione sulla tipologia di accreditamento, non tralasciando ovviamente l’aspetto della sostenibilità economica". La sindaca Ilaria Marianini aggiunge: "Lasciamo aperta ogni porta e ci riserviamo la possibilità di coinvolgere esperti che ci affianchino nella realizzazione di uno studio di fattibilità che possa tenere conto delle esigenze della struttura e dei costi. Valuteremo anche la possibilità di gestire internamente i servizi con personale dipendente interno, come suggerito dalla minoranza in consiglio".
L’amministrazione comunale ricorda, tra le note positive, che Santa Sofia è il comune capofila, insieme a Galeata e Civitella per il progetto da 320.000 euro, finanziato con 270mila euro dal Bando di Distretto della Fondazione Carisp per la riqualificazione della Comunità Alloggio, che prevede la ristrutturazione della Comunità e del Nucleo Appartamenti.
La risposta della sindaca non ha convinto i sindacati di categoria Fisascat Cisl Romagna - Cgil Fp Forlì-Cesena e Uil Fpl che, in una lunga e minuziosa nota, esprimono profonda preoccupazione e sconcerto per la totale assenza di risposte istituzionali in merito alla segnalazione inviata il 18 giugno scorso sul clima lavorativo e sulla gestione della Cra San Vincenzo di Santa Sofia, affidata alla cooperativa sociale Il Cigno. La triplice sigla sindacale parla di "un clima lavorativo teso e opprimente, con un crescente numero di richiami verbali e sanzioni che alimentano la paura e il malessere tra il personale; turni instabili, modificati continuamente, spesso senza il necessario preavviso o rispetto delle esigenze dei lavoratori; nessun confronto aperto e costruttivo con le rappresentanze sindacali e soprattutto l’introduzione unilaterale di un premio economico selettivo, attribuito secondo criteri discriminatori e divisivi, che esclude chi ha fatto ricorso a diritti tutelati come la maternità, la malattia o i permessi della Legge 104".
"Una iniziativa aziendale che non valorizza, ma mortifica. Non premia, ma divide. E che ha prodotto un effetto devastante: l’erosione della fiducia tra lavoratori, l’aumento del malessere interno e, soprattutto, la fuga di personale". La stessa carenza di personale, per i sindacati, è anche responsabilità di chi gestisce. "Nessuno, nelle dichiarazioni istituzionali, ha avuto il coraggio di menzionare questo elemento. Ricordiamo che anche la Rsa di Premilcuore, sempre gestita dalla medesima Cooperativa Il Cigno manifesta le stesse problematiche".
Per i sindacati i controlli svolti da parte Ausl e Nas sono solo verifiche tecniche, che non hanno valutato il clima organizzativo, il livello di stress del personale, la tenuta dei diritti individuali o la sensazione crescente di sfiducia tra i lavoratori. Le conclusioni dei sindacati non lasciano ulteriori dubbi sul clima di scontro all’interno della struttura di via Unità d’Italia a Santa Sofia. "Dalle istituzioni locali ci saremmo aspettati ben altro. Non solo non ci hanno convocato. Non solo non ci hanno risposto. Ma, pur sapendo bene cosa accade nella struttura, scelgono deliberatamente di ignorarci".
Oscar Bandini