Irst, lotta ai tumori rari. "Nel sangue la chiave per creare cure migliori "

La ricerca si chiama BioRav e prevede l’utilizzo di cellule del paziente. Intesa con l’Avis: i donatori sani forniranno campioni per un confronto

La ricerca si chiama BioRav e pre vede l’utilizzo di cellule del paziente Intesa con l’Avis

La ricerca si chiama BioRav e pre vede l’utilizzo di cellule del paziente Intesa con l’Avis

Forlì, 10 maggio 2024 – Un aiuto concreto alla ricerca scientifica grazie a una semplice donazione di sangue. L’Irst di Meldola, Avis e l’Immunoematologia e Medicina trasfusionale di Forlì e Cesena uniscono le forze per promuovere uno studio per la cura dei tumori rari. In queste settimane, infatti, verranno effettuati prelievi ai donatori volontari di Avis destinati a contribuire allo sviluppo della ricerca biologica BioRav promosso da Irst.

L’obiettivo del progetto è quello di raccogliere dati e campioni da persone affette da glioblastoma e altre neoplasie rare, candidati per essere arruolati in uno studio clinico che prevede una cura a base di cellule dendritiche del paziente stesso. L’iniziativa permetterà di identificare nuovi marcatori biologici, prognostici e predittivi di risposta alla terapia immunitaria. Per meglio comprendere le caratteristiche delle cellule immunitarie nei pazienti oncologici è importante disporre di analoghi campioni sani, in modo da ottenere dei valori di riferimento con cui confrontarli: su questo sarà decisivo l’aiuto di Avis.

“La terapia con cellule dendritiche – spiega Laura Ridolfi, responsabile del servizio di Immunoterapia, Tumori rari e Centro risorse biologiche – è un trattamento personalizzato perché costruito con il tumore e le cellule del sistema immunitario del paziente stesso. Lo studio BioRav è per noi di fondamentale importanza per migliorare l’efficacia delle cure. Per questo sono molto grata alle associazioni di donatori per il supporto che ci danno".

L’aiuto di Avis è essenziale per l’arruolamento di volontari sani: "Siamo onorati – sottolineano Gualtiero Giunchi e Roberto Malaguti, presidenti degli enti di Cesena e Forlì – di contribuire allo sviluppo dello studio grazie alla generosità dei nostri associati. Essere tra gli attori di un progetto che migliora la salute pubblica rafforza l’attività quotidiana di Avis. Le due città hanno deciso di partecipare in maniera congiunta a testimonianza di coesione su valori fondanti, come l’impegno a migliorare la qualità di vita dei malati e l’adesione alla vita di comunità".

Lo studio avrà una durata di cinque anni: "In questa fase – puntualizza Jenny Bulgarelli, referente per il progetto BioRav – è in programma la raccolta di dati e campioni da donatori sani, in collaborazione con l’Officina Trasfusionale dell’Ausl Romagna. È previsto l’arruolamento di 20 volontari, divisi in modo equo tra uomini e donne; in particolare, da chi si sottopone a plasmaferesi, una procedura che meglio si abbina alla nostra esigua esigenza di materiale. Il campione anonimo verrà inviato in Irst per le analisi comparative".

Le donazioni di sangue per lo studio sono iniziate ad aprile nei punti Avis Forlì e Cesena e proseguiranno fino al traguardo dei venti prelievi. "In Regione – conclude Rino Biguzzi, direttore dell’Officina Trasfusionale Ausl Romagna – le istituzioni e le associazioni lavorano fianco a fianco ogni giorno per garantire la disponibilità di emocomponenti e plasmaderivati. Anche in questo caso non poteva mancare la collaborazione".