
Una ragazzina in lacrime (Foto di repertorio Germogli)
Forlì, 24 novembre 2018 - Dodici anni, cammina sola in autostrada. Corsia nord, poco dopo il casello di Forlì. La piccola viene trovata da una pattuglia di agenti dell’A14 di Pieveacquedotto. Le telefonate di alcuni automobilisti avevano avvertito la centrale: «C’è una bambina che cammina sola sulla carreggiata!».
La corsa dell’auto di servizio è immediata. La piccola piange quando gli agenti s’avvicinano: «Vado da mia zia... a casa non ci voglio più stare...». La ragazzina trema. Gli agenti la convincono a salire in macchina. Genitori originari del Marocco, la piccola poco dopo verrà tolta alla famiglia. Ha raccontato di aver «subito violenze domestiche». Il padre – operaio con cittadinanza italiana – nega: «No, è scappata di casa perché a scuola i compagni di classe la prendono in giro per l’acne: ‘ridono di me’ ci aveva detto».
Dopo averla salvata dalla giungla dell’A14, gli agenti allertano i servizi sociali del Comune. In breve un paio di operatori del ‘Servizio benessere sociale e partecipazione’ sono a Pieveacquedotto. Da quel momento sono loro a prendere in carico la piccola. Che poco dopo confessa: «A casa sto male...». I servizi sociali pensano subito a violenze fisiche o psicologiche. La bambina però, impaurita e infreddolita, si blocca. Si va al pronto soccorso. Dove i medici non evidenziano comunque contusioni da traumi. Ma la piccola viene, con decorrenza immediata, tolta alla famiglia. È un’ordinanza del sindaco Davide Drei – controfirmata dall’assessore al Welfare, Raoul Mosconi, e dal responsabile del servizio, Rossella Ibba –, in quanto autorità pubblica in tema di sanità e di tutela dell’integrità dei minori, a decretare il distacco coattivo dal nucleo originario, «per approfondire la situazione di disagio domestico raccontate ai servizi». La bimba è ora in una struttura protetta: «L’indirizzo è secretato» ha aggiunto il sindaco. Luogo segreto anche ai genitori. Convocati dai servizi sociali, mamma e papà hanno chiesto di poterla vedere. Niente da fare, hanno replicato i servizi sociali. Il padre a quel punto ha firmato il consenso – comunque facoltativo – di porre la figlia in una casa protetta. Il plico è ora sul tavolo della procura dei minori di Bologna. Che nelle prossime ore delegherà un’indagine penale.
Cos'è successo alla 12enne che da sola, spaesata, vagava a piedi, col rischio d’essere investita, in autostrada? Il padre, al suo legale, Alessandro Pinzati, avrebbe negato ogni violenza. Stando a fonti investigative, la piccola non andava a scuola – fa la seconda media – da venti giorni. Una decina di giorni fa la dirigente scolastica aveva chiamato i servizi sociali. Che sono andati a casa dell’alunna. Hanno incontrato mamma e papà: «Non vuole andare a scuola perché i compagni la prendono in giro per i bugni in faccia». Un caso di bullismo in classe? L’indagine chiarirà anche questo. Poi l’altra mattina la ragazzina esce di casa: «Vado a scuola». Non è così.