
Al centro, telefonini ritirati. A fianco, dall’alto, Nadia Mastroianni preside dell’istituto comprensivo ‘Zavatti’ e reggente a Santa Sofia e l’assessora Paola Casara
Forlì, 7 settembre 2024 – La recente disposizione del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, vieta l’uso dei telefoni cellulari durante l’orario scolastico. Decisione che ha scatenato un ampio dibattito tra gli addetti ai lavori e le famiglie. La misura, volta a contrastare la crescente dipendenza dagli smartphone tra i giovani e a ristabilire un ambiente più favorevole allo studio, è stata accolta favorevolmente da molti, ma pone anche interrogativi su come garantire il rispetto della norma nelle scuole.
Nadia Mastroianni, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo ‘Silvio Zavatti’, che da quest’anno ha anche la reggenza del complesso di Santa Sofia, ha espresso il suo pieno supporto alla decisione ministeriale. “Il divieto era ormai necessario: i dispositivi elettronici stanno prendendo il sopravvento sulle normali attività didattiche e sulla socialità. Se vogliamo preservare la qualità dell’insegnamento e promuovere una maggiore attenzione in classe, è indispensabile porre dei limiti all’utilizzo dei cellulari”.
La dirigente, tuttavia, sottolinea l’importanza di educare i giovani a un uso consapevole della tecnologia, piuttosto che demonizzarla. “La scuola ha il dovere di formare gli studenti sui rischi di internet. Non sappiamo chi si nasconde dietro a uno schermo, e questo può essere pericoloso. Al tempo stesso, la tecnologia non va condannata in toto: è uno strumento utile, che ci permette di velocizzare operazioni come gli acquisti online o di rimanere informati”.
In questo contesto, il patto di corresponsabilità tra scuola e famiglie riveste un ruolo cruciale. “La collaborazione con i genitori è importante – sottolinea la dirigente –. Nel nostro istituto, già da tempo abbiamo emesso una circolare che disciplina l’uso dei telefoni. I ragazzi sanno che i dispositivi vanno spenti e riposti negli zaini o in apposite cassette all’interno delle classi”.
Anche Paola Casara, assessora all’istruzione, si è espressa in maniera favorevole riguardo alla norma emanata dal ministro Valditara. “I telefoni riducono la concentrazione e distraggono, portando anche a patologie legate all’eccessivo utilizzo. Condivido la decisione del ministro, ma il problema principale sarà far rispettare la regola da parte degli studenti”.
Casara vanta diversi anni di esperienza come docente, finché nel 2019 non è diventata assessora: “Quando ero insegnante, era già previsto che i telefoni venissero ritirati. Tuttavia alcuni studenti portavano due dispositivi: uno da consegnare e uno da nascondere. Non possiamo trasformare i nostri insegnanti in ‘vigili’. È fondamentale che le famiglie collaborino per garantire il rispetto di queste norme”.