FRANCESCA BEATRICE MICCOLI
Cronaca

"Terme, operazione del centrosinistra"

I tre ex sindaci Fussi, Pieraccini e Tonellato si congratulano, ma rivendicano la paternità dell’iter che ha portato alla privatizzazione .

I tre ex sindaci Fussi, Pieraccini e Tonellato si congratulano, ma rivendicano la paternità dell’iter che ha portato alla privatizzazione .

I tre ex sindaci Fussi, Pieraccini e Tonellato si congratulano, ma rivendicano la paternità dell’iter che ha portato alla privatizzazione .

All’indomani della cessione delle ultime quote in mano pubblica delle Terme di Castrocaro, si registrano le reazioni, con polemiche annesse, delle varie compagini politiche. I primi a intervenire sono i tre sindaci di centrosinistra: Maurizio Fussi (1997- 2007), che diede il via al processo di privatizzazione nel lontano 1998, Luigi Pieraccini (2012 - 2017) e Marianna Tonellato (2017 -2022), che proseguirono l’iter anche in virtù del sopraggiunto obbligo per gli enti locali con meno di 30.000 abitanti di cedere le partecipate in rosso da almeno tre anni.

I tre si congratulano con il socio privato LongLife Formula Srl e GVM Care & Research "per il completamento dell’ultimo step di privatizzazione. Una pietra miliare per l’azienda, ma anche un passo significativo per il nostro territorio". Il gruppo che fa capo a Ettore Sansavini viene infatti elogiato per "l’eccellenza imprenditoriale e la capacità di coniugare innovazione, sostenibilità e radicamento locale". Esauriti rallegramenti e gli auguri per il futuro, Fussi, Pieraccini e Tonellato si tolgono qualche sassolino dalle scarpe, rivendicando la paternità di un’operazione avviata dal centrosinistra e proseguita nonostante l’avversione "feroce" del centrodestra. Risale al 1999 la cessione delle prime quote alla società castrocarese Salsubium guidata da Edo Tassinari, firmata da Fussi congiuntamente al presidente regionale Vasco Errani, a quello provinciale Piero Gallina e al presidente del Consiglio di Terme SpA Gianfranco Gorini. La procedura di vendita riprese successivamente sotto la guida di Pieraccini e Tonellato. Un processo avversato dal centrodestra e che vide anche "una battuta di arresto durante il mandato Metri", ma portato a termine "grazie alla determinazione e alla lungimiranza delle amministrazioni che hanno sempre creduto nel progetto – le considerazioni degli ex sindaci di centrosinistra –. Se non si fosse iniziato questo percorso anni fa, oggi non avremmo il ristorante dello stellato Cracco, o Jovanotti che suona nel Padiglione, o ancora centinaia di clienti termali ogni anno, e un polo di eccellenza sanitario invidiato da tutti".

E senza privatizzazione oggi le Terme sarebbero "in stato di abbandono e coi libri contabili depositati in tribunale, come è accaduto a tanti altri comuni termali". Ipotesi scongiurata dalla "visione e il coraggio di intraprendere scelte difficili che possano portare a una rinascita per il territorio e la comunità".

Non si è fatta attendere la reazione dell’ex sindaco Francesca Metri, che ha definito "strumentale la ricostruzione dei suoi successori", oltre che "ingrata e distorta". "Durante il mio mandato, ho sempre lavorato considerando la privatizzazione inevitabile e da gestire nell’interesse generale di Castrocaro – la replica della prima cittadina nel quinquennio 2007 - 2012 –. A seguito di numerosi incontri, assemblee pubbliche e riunioni politiche, alle quali parteciparono sempre anche i rappresentanti dei gruppi di minoranza, venne redatta addirittura una bozza di accordo che attenzionava gli aspetti di interesse pubblico, come la proprietà delle acque, la fruibilità del Parco, la disponibilità del Padiglione e gli investimenti sulle piscine".

Impostazione che sarebbe stata modificata dai suoi successori "i quali imboccarono una linea politica legittima, ma diversa. Pertanto oggi si strumentalizza il mio operato, volendo forse sminuire il successo della giunta Billi, che insieme a Regione e Provincia è riuscita ad ottenere una somma importante per il Comune a fronte di un ultimo 8% di quote senza mercato".

Un atteggiamento, quello del centrosinistra, che secondo Metri "fornisce un’immagine falsata, nonché poco edificante, del confronto istituzionale".

Francesca Miccoli