Imola, 4 agosto 2020 - Lo scacco matto l'ha messo a segno il virus. A rimetterci, per fortuna senza gravi conseguenze, è stato invece un ragazzo di 26 anni di Imola che è tornato dal torneo di scacchi in Austria positivo al virus covid-19. E' lo stesso ragazzo a raccontarlo, visto che ormai sta ultimando la sua quarantena.
AGGIORNAMENTO Coronavirus, positivo dopo il torneo di scacchi. "In Austria il covid non spaventa"
Il torneo si è svolto a St. Veit an Der Glan, in Carinzia, dall'11 al 18 luglio. Qui, racconta il giovane imolese, le misure di distanziamento sociale e obbligo di dispositivi di protezione imposte dagli organizzatori non erano proprio rigide: durante le partite bisognava indossare una mascherina, ma fuori dalla sala, nell'atrio, dove i giocatori potevano intrattenersi per ore per chiacchierare o esaminare l'andamento degli incontri, non c'era alcun obbligo.
"Come ogni paese dei balocchi che si rispetti - scrive sui social - (l'atrio, ndr) era ritenuto esente dai rischi di contagio". Al rientro in Italia "poiché non ero completamente sicuro di non essere un pericolo per le altre persone - racconta - mi sono messo in contatto con l'ospedale per prenotare un tampone, nonostante avessi soltanto un leggerissimo raffreddore". Quando la positività è stata accertata "non l'ho presa così male, dopotutto stavo bene e non vi era motivo di preoccuparsi troppo".
Quindi ha informato gli organizzatori austriaci. Con la fine del lockdown l'attività scacchistica è ripresa anche in Italia. La Federscacchi - affiliata al Coni - ha fornito una serie di indicazioni che numerosi appassionati considerano troppo stringenti. A Lignano Sabbiadoro (Udine) è in corso un torneo internazionale in cui tutti i partecipanti, almeno nei primi turni, hanno dovuto calzare mascherina e visiera nonostante il caldo. I tavoli sono da 1.20 mt e sono ampiamente distanziati. È anche vietato passeggiare per la sede di gioco (quando tocca all'avversario) per sgranchirsi le gambe o sbirciare le altre partite.