Omicidio di Imola, gli amici di Fabio Cappai increduli: "Sembra il set di un film"

In tanti davanti alla caserma dei carabinieri raccontano con freddezza l’accaduto "È partito tutto da uno sfottò. È toccato a lui, ma poteva capitare a chiunque di noi"

Gli amici di Fabio Cappai increduli per quanto accaduto

Gli amici di Fabio Cappai increduli per quanto accaduto

Imola, 23 luglio 2022 - "È come essere in un film", si dicono tra loro alcuni ragazzi. E la freddezza con cui si confrontano su quanto accaduto proprio davanti ai loro occhi, poche ore prima, è la stessa con cui potrebbero raccontare la trama di un film. Dell’orrore. Il loro amico Fabio, con cui sono "cresciuti insieme", assicurano tutti, è morto assassinato davanti ai loro occhi. "Rantolava, si sentiva che faceva fatica a respirare, poi a un certo punto ha smesso". Così. Come se fosse un film, come se non li riguardasse davvero. Come se un loro coetaneo, un membro della loro comitiva, che conoscono dai tempi della scuola materna, non fosse morto in un modo e per motivi talmente tragici da sembrare quasi assurdi. Uno di loro, che hanno visto agonizzare e spegnersi in pochi minuti, mentre i soccorsi si rivelavano inutili.

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 Omicidio di Fabio Cappai a Castel del Rio: altri ragazzini nel mirino

C’è quasi la fila, davanti alla caserma dei carabinieri di Castel del Rio: ieri mattina sono stati sentiti i numerosi testimoni dell’accoltellamento che è costato al vita a Fabio Cappai, 23 anni. Tanti minorenni, tutti giovanissimi. Fuori dalla caserma ci sono diverse mamme in attesa con i figlioletti minori al seguito, ma anche amici e fratelli maggiori che attendono il loro turno o che si concluda quello dei loro parenti. La maggior parte di questi ragazzini non è neppure andata a dormire: dal campo sportivo ‘Marco Simoncelli’ di via Giovannini, nei pressi del quale si è consumata la tragedia, sono andati diretti alla caserma dei carabinieri, per essere sentiti dagli inquirenti.

Castel del Rio è l'ultimo comune della Vallata del Santerno (Isolapress)
Castel del Rio è l'ultimo comune della Vallata del Santerno (Isolapress)

Nella piazzetta che divide la caserma dalla chiesa, si confrontano su quello che è successo. Nessuna lacrima, solo un ragazzino ha per un momento gli occhi lucidi e gli altri gli danno pacche sulle spalle per rincuorarlo; una adolescente singhiozza per un istante, ma si riprende in fretta. "Ieri eravamo lì al bar tutti insieme, oggi uno di noi non c’è più. È toccato a lui, ma poteva essere chiunque di noi, no? Ieri facevamo colazione insieme, oggi noi ci siamo e lui no. Sembra proprio un film", si dicono, con disarmante lucidità.

La sera prima alcuni di loro hanno assistito alla rissa degenerata, altri sono arrivati poco dopo. "Era il caos, non si capiva niente, chi picchiava chi, chi avesse cominciato e perché. Sembra per una battuta sui capelli, uno sfottò a Fabio, insomma una c... All’improvviso è partito uno spintone, un pugno e poi è stato il caos. Uno per buttarsi nella mischia mi ha pestato i piedi. Ma non ho visto il momento dell’accoltellamento", racconta una giovanissima. Nel parapiglia, si erano create due fazioni: da un lato gli adolescenti, sette od otto ragazzini quasi tutti arrivati dalla vicina frazione toscana da cui proveniva anche il sedicenne reo confesso dell’omicidio, e già noti in paese, questo il racconto, per avere "sempre voglia di litigare e fare del casino", e dall’altro i due ragazzi più grandi, Fabio appunto e l’amico coetaneo. "Fabio era un bravo ragazzo, ma se lo prendevano in giro non lasciava perdere". A un tratto, dopo la battuta infelice sulla sua pettinatura, è esplosa la lite. Prima in un bar e poi vicino al campo sportivo, dopo che il titolare ha messo alla porta la gang di adolescenti e i due contendenti ventenni.

Ad assistere, amici, conoscenti, fidanzatine. Qualcuno li incita anche. Nessuno può immaginare che ci sia di mezzo un coltello, tanti non vedono neppure la lama che brilla all’improvviso nel buio e in un lampo guizza tre volte. Fabio cade a terra e non riesce a respirare, un polmone con ogni probabilità penetrato dal coltellino a serramanico nelle mani del suo avversario.

"È stato il panico: tutti sono scappati da tutte le parti, c’è chi ha iniziato a urlare. Noi che eravamo in un bar vicino e abbiamo visto la scena, abbiamo iniziato a chiamare compulsivamente il 118, che non arrivava mai, abbiamo chiamato e richiamato e ci hanno detto che stavamo intasando le linee. Ma Fabio era per terra, gli usciva il sangue, e noi non sapevamo cosa fare". Il giovane ha perso conoscenza quasi subito; quando sono arrivati i soccorsi, ormai non c’era più nulla da fare.