Macerata, 17 ottobre 2018 - «La ragazza non lo ha abbandonato. È venuta in carcere a trovarlo». Emerge da uno dei colloqui clinici di Luca Traini (VIDEO) con lo psichiatra Massimo Picozzi. La fidanzata, dell’Anconetano, non ha lasciato solo il «Lupo», ma gli fa visita in cella.
«Per sua stessa ammissione, in Pamela Mastropietro avrebbe rivisto la sua ragazza», è scritto. Al momento della sparatoria, esploso l’ultimo colpo, «calata l’adrenalina» in auto lui l’aveva chiamata, dicendole che gli spiaceva, ma non si sarebbero più rivisti. Invece, lei va a trovarlo in carcere: oltre all’affetto, lui ritiene che lei sappia d’avere avuto un ruolo indiretto nel delitto, «se non ci fosse stata lei, la faccenda di Pamela non mi avrebbe fatto tutto questo effetto», dice Traini.
La sua voglia di proteggerla e di salvarla dalla droga «si è canalizzata tutta in quel fatto di Pamela – aveva detto Traini –, una ragazza fragile che ha incontrato i lupi che l’hanno fatta a pezzi. La mia ragazza che si droga, il lavoro stressante, la storia di Pamela», sono gli elementi che mette in fila Traini, pensando alla sua vita, fino ad arrivare agli ultimi giorni prima della sparatoria, quelli dell’omicidio della 18enne romana. I suoi pensieri, in quei giorni, vanno indietro nel tempo, a quando stava con la ex: Traini racconta di quando ha saputo del corpo oltraggiato di Pamela, ritrovato a Pollenza, luogo per lui particolare, dove aveva vissuto quella storia d’amore per otto anni, e ricorda di aver pensato:
LEGGI ANCHE Le vittime: pena troppo leggera
«Lo sporco è arrivato nella vita mia». Poi, i pensieri vanno alla ragazza attuale «con la quale la storia dura, tra mille difficoltà, da un anno – emerge dai colloqui –. Dipendente dalla cocaina, sotto l’effetto della sostanza si trasforma in un’altra persona, per questo ha iniziato a pedinarla, a voler scoprire quali fossero gli spacciatori da cui si riforniva, a intercettarla per impedirle di frequentare i rave-party».
I rave, quelle feste che ossessionavano Traini, ai tempi del suo lavoro come buttafuori, che iniziò a fare nel 2016, quando conobbe la ragazza con cui è ancora legato. Poco prima aveva avuto un legame con un’altra ragazza tossica, «una ex Sert – la descrive lui –. L’avevano fatta prostituire, l’eroina e tutto». Dopo un po’ di tempo da solo, mentre lavorava come buttafuori, conobbe la ragazza.
Lei gli disse subito che faceva uso di droghe: «Io vado proprio ai rave, quelli di Cingoli – riferisce Traini nell’interrogatorio davanti al pm Stefania Ciccioli, del 6 febbraio –, ho detto ora la allontano io (dalla droga, ndr). Il fine settimana la portavo con me (al lavoro, ndr), quando sapevo che c’erano feste a Cingoli la passavo a prendere e la tenevo tutta la notte lì e poi andavamo in albergo e dormivamo lì, in modo che non avesse il tempo di andare a quelle feste». Sono andati avanti così per circa tre mesi, e alla fine, riferisce sempre Traini, lei sembrava guarita. Invece poi la ragazza gli disse di aver avuto una ricaduta. Allora la rabbia di lui è esplosa, «queste storie non le potevo più sentire – ricorda nell’interrogatorio –. Con questa ragazza comunque c’era un legame particolare, perché lei ne voleva uscire».