
Potenza Picena, lo annuncia la Soprintendenza dopo le analisi archeologiche condotte durante i lavori. Lo spazio sarà riaperto a settembre, ma proseguiranno gli studi sui ritrovamenti.
Numerosissimi reperti archeologici, appartenenti a più epoche, sono stati ritrovati durante gli scavi in piazza Matteotti a Potenza Picena. Ma soprattutto sono riemersi "alcuni strati che hanno restituito una grande quantità di frammenti ceramici di epoca preromana (VI-III secolo a.C.) che, pur non riconducibili a strutture archeologiche definite, fanno ipotizzare la presenza di un abitato piceno sul colle di Potenza Picena". A rivelarlo è la Soprintendenza di Ascoli, Fermo e Macerata.
Il soprintendente Giovanni Issini e la funzionaria archeologa Cecilia Gobbi hanno tracciato il punto sulle attività di assistenza archeologica effettuate dalla cooperativa ArcheoLab di Macerata, durante i lavori di recupero in piazza Matteotti. Proprio dieci giorni fa era stato l’ex deputato Mario Morgoni a rivelare che nel cantiere erano stati trovati dei resti di epoca preromana. Per questo aveva chiesto al Comune un’indagine archeologica preventiva, visto che quei reperti potevano cambiare la storia di Potenza Picena, la cui fondazione è attestata solo nel periodo altomedievale.
"Gli scavi hanno evidenziato la presenza di alcune strutture murarie di epoca medievale, probabilmente riconducibili all’ultima fase di via dell’antica Pieve di Santo Stefano e diverse sepolture – spiega la Soprintendenza –. La struttura religiosa, attestata fin dall’anno 900 d.C., perdura fino alla fine del XVIII secolo, quando viene abbattuta nel 1796 per ampliare la piazza comunale. La Pieve ha uno sviluppo longitudinale a tre navate in senso est-ovest con l’abside ubicata sul lato est della piazza, di fronte a palazzo Buonaccorsi. Il muro di facciata invece è stato individuato al centro, parallelo alla fontana. Inoltre – aggiunge ancora – gli interventi archeologici hanno consentito di raccogliere numerosissimi reperti archeologici, sia in giacitura primaria che secondaria, inquadrabili in un ampio arco cronologico che va dall’epoca preromana a quella romana, da quella altomedievale fino all’epoca moderna". Tutte scoperte di grande rilievo, sottolinea la Soprintendenza, che comporteranno degli ulteriori approfondimenti: "Studi preliminari fin qui condotti sembrano suggerire un contesto storico archeologico di assoluto rilievo, che sarà approfondito con lo studio accurato delle risultanze emerse. La piazza sarà di nuovo e completamente fruibile a settembre".
Giorgio Giannaccini