REDAZIONE MACERATA

“Vulva Gallery”, bufera sulla mostra del Comune per l’8 marzo

Porto Recanati, le critiche: “Il Comune dovrebbe vergognarsi”. La replica: “E’ il linguaggio della Generazione Z”

A sinistra, la locandina della mostra organizzata per l'8 marzo che ha creato tante polemiche e Porto Recanati, in provincia di Macerata

A sinistra, la locandina della mostra organizzata per l'8 marzo che ha creato tante polemiche e Porto Recanati, in provincia di Macerata

Porto Recanati (Macerata), 5 marzo 2025 – Ironia social e polemica politica su “Vulva Gallery, la mostra d’arte femminile organizzata dal Comune di Porto Recanati (governata da un’amministrazione civica di centrosinistra) in occasione della festa della donna.

La mostra

L’iniziativa, in collaborazione con Spazio Cultura e le volontarie del Servizio Civile, è stata pensata come “un’occasione per esplorare il ruolo della donna nella pittura”, in un viaggio sul “ruolo della donna come soggetto e musa artistica”. Ma il titolo dell’esposizione ha scatenato le reazioni dell’opposizione e dei social, tra chi ha ironizzato e chi invece giudica negativamente il riferimento anatomico. 

Le polemiche

Il nostro Comune dovrebbe vergognarsene: una mostra intitolata “Vulva Gallery” per celebrare l'8 marzo. Quel titolo è l'esatto contrario di quello che è la Festa della donna. La donna non è solo un organo sessuale”. Così l'opposizione di Porto Recanati, ha subito alzato un polverone per la mostra d'arte che si terrà sabato nella pinacoteca Moroni. A tuonare con queste parole al vetriolo è stata Rosalba Ubaldi, ex sindaco della città e attuale capogruppo di minoranza con Centrodestra Unito.

A lei si sono unite anche le critiche dell'altra consigliera comunale di Centrodestra Unito, Angelica Sabbatini: “Mi si deve dire perché un'iniziativa culturale patrocinata dal Comune si debba intitolare "la galleria della vulva". Scusate se non comprendo la provocazione. Per me è un titolo di cattivo gusto che suggerisce e favorisce un abbinamento mentale - donna/vulva - che con la giornata dell'8 marzo ha davvero poco a che vedere”.

La replica

A loro ha risposto la consigliera di maggioranza alle pari opportunità, Fatou Sall: “Dire vulva nel 2025 non è un offesa antifemminista. Porto Recanati non è pronta per tante cose, siamo ancora al Medioevo. Vulva Gallery tutta la vita!”.  

Il sindaco

Sul tema ha preso posizione anche l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Andrea Michelini (civico di area centrosinistra). “Questa mattina il dibattito pubblico è stato alimentato da giudizi frettolosi basati solo sul titolo di un’iniziativa, senza approfondire i contenuti. Questo atteggiamento impoverisce il confronto e mostra la scarsa consapevolezza storica e sociale di alcuni, specie in politica. Un esempio significativo è la polemica sul titolo "Vulva Gallery", un evento legato alla Giornata Internazionale della Donna, organizzato da due giovani donne laureate, Sofia Marchi in Conservazione dei Beni Culturali, Irene Prosperi, laureata in Canto Rinascimentale e Barocco nonché laureanda in Musicologia presso il Conservatorio Rossini di Pesaro, impegnate nel servizio civile presso la Pinacoteca Comunale di Porto Recanati”.

Per l’amministrazione, “la polemica evidenzia anche il linguaggio della Generazione Z, che usa parole in modo creativo e inclusivo, influenzata dai social e dalle battaglie per l'uguaglianza. "Vulva" viene usato per abbattere tabù sulla sessualità e il corpo femminile, anche in modo ironico, sfidando l'ipocrisia di chi critica mentre accetta espressioni più triviale. Fa sorridere l’ipocrisia di chi critica la Gen Z per l’uso di "vulva", mentre la stessa società accetta espressioni ben più triviali e sessualizzate. La Gen Z sfida queste ipocrisie, rivendicando il diritto di parlare apertamente di corpo e sessualità senza paura né imbarazzo”.

Le volontarie

Spiegano le volontarie: “Il termine "vulva" appare nell'enciclopedia anatomica di Timeo nel XIV secolo, ma deriva propriamente dal latino vulva quindi “matrice”. Si tratta di una parola chiave nell'identità femminile, ne rappresenta la distinzione sessuale e sicuramente la sua forza simbolica. La visita guidata non vuole incentrarsi quindi sul genitale femminile, ma utilizza semplicemente e, perché no, anche in senso provocatorio, una figura retorica, la “sineddoche”, una parte per definire il tutto ed è questa la magia del linguaggio e della comunicazione. Riuscire a cogliere con sensibilità e dare valore al linguaggio è proprio quello che le arti ci permettono di fare, fuori dagli schemi precostituiti”.

“Come cittadine di Porto Recanati e volontarie a servizio di questa città – continuano Marchi e Prosperi -, ci sentiamo in dovere di sostenere la nostra scelta: dopo il tempo, la fiducia, l'intento, le spiegazioni e giustificazioni che ci ritroviamo, giustamente, a dare per compensare il divario generazionale o di pensiero che ci separa da molte donne e uomini, crediamo che alla fine sia importante ciò che un titolo in un luogo di arte possa suscitare. Rispettiamo la sensibilità di coloro che hanno storto il naso e li invitiamo a ragionare su quanto sia significativo oggi credere che un'associazione di tipo identitario e anatomico possa scandalizzarci quando si parla di donna, e riflettere proprio sul perché questo ci scandalizzi tanto. L'intento con cui è stato pensato il titolo non voleva essere assolutamente sminuente nei confronti della sfera femminile, ma anzi una provocazione diretta a suscitare interesse alle nuove generazioni. Scardiamo e scardiniamoci, l’arte è anche questo!