Alluvione Marche, due mesi dopo. Acquaroli: "Danni per un miliardo"

E' la stima del Governatore sul calcolo degli edifici danneggiati. Mentre i morti sono stati 12 e una persona, la 56enne Brunella Chiù, risulta ancora dispersa

Ancona, 15 novembre 2022 - Sono passati due mesi esatti dall'alluvione che ha devastato le Marche (soprattutto la provincia di Ancona e di Pesaro). Da quella terribile serata de 15 settembre 2022, il bilancio è di 12 morti, una persona che risulta ancora dispersa (infatti il corpo della 56enne  Brunella Chiù non è ancora stato ritrovato), danni enormi, indagini in corso e polemiche per il mancato allarme.

Alluvione Marche 2022, esteso lo stato di emergenza anche al Maceratese - Terremoto oggi nelle Marche, sciame sismico nella notte: scossa di magnitudo 3.5

Le ricerche dei dispersi dopo l'alluvione nelle Marche
Le ricerche dei dispersi dopo l'alluvione nelle Marche

Ebbene adesso si inizia anche a tirare le somme sui danni complessivi anche se una stima non è ancora possibile. "Per le risorse necessarie a risistemare tutto - ha detto il presidente della Regione Francesco Acquaroli a margine dell'Assemblea pubblica di Confindustria Ancona dal titolo 'Mai più', al teatro La Fenice di Senigallia - ancora non è facile fare una stima. Tra gli interventi successivi di somma urgenza, per imprese e famiglie, nelle infrastrutture e quelli per la mitigazione del rischio saranno intorno a un miliardo". Intanto, ha osservato, occorre realizzare gli "interventi possibili perché quello che è accaduto il 15 settembre, in caso di altre forti precipitazioni a causa dei cambiamenti climatici, possa avere un effetto diverso sul territorio".

Domani, giornata in cui potrebbe arrivare una prima valutazione per quantificare le risorse necessarie, Acquaroli incontrerà il ministro per la Protezione Civile Sebastiano 'Nello' Musumeci per un punto sulla situazione post alluvione e sul sisma che "ha toccato in maniera forte le Marche". Anche per l'eventuale dichiarazione dello stato d'emergenza, chiesto dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci dopo le forti scosse davanti alla costa marchigiana del 9 novembre scorso, per Acquaroli sarà anche l'occasione per una ricognizione anche delle azioni da mettere in campo.

Bonaccini: "Serve un piano anti-dissesto idrogeologico"

"Serve un grande piano nazionale per intervenire sulla cura del territorio e contro il dissesto idrogeologico e soprattutto bisogna intervenire per ridurre l'inquinamento atmosferico perché i cambiamenti climatici sono dovuti continuamente a questo". Ne è convinto il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini che ha partecipato all'Assemblea pubblica di Confindustria Ancona.

Le Marche sono state colpite di recente dall'alluvione e dal sisma, ancora una volta. "Verrebbe da dire, si spera che non vengano più terremoti che sono, temo per ancora un bel pò di tempo, difficilmente prevedibili, - dice Bonaccini - invece le alluvioni e le frane si possono, se non prevedere, almeno arginare con più prevenzione e meno interventi in emergenza, cosa che questo Paese nel Dopoguerra ha sempre fatto, cioè la seconda è dopo la prima. Per fare la prima serve serietà e responsabilità per realizzare le opere, e anche tante risorse». Sul terremoto «porto un'esperienza positiva: - ricorda Bonaccini -: il 20 maggio scorso, nel decennale della ricorrenza dei due terremoti del 20 e 29 maggio del 2012 in Emilia Romagna abbiamo già ricostruito il 95%. Due terremoti che provocarono 28 vittime e 300 feriti e 45mila sfollati e tra i 12 e i 13 miliardi di euro di danni nella sola Emilia Romagna che dopo il terremoto dell'Irpinia, per una sola regione, è stata la cifra più alta mai sostenuta".

Il presidente Bonomi: "Accelerare il sostegno a imprese e famiglie"

"Necessità di accelerare in tutti i modi possibili il sostegno a imprese e popolazioni colpite dall'alluvione del 15 settembre. Ma soprattutto di non dilazionare il tempo degli interventi", lo ha auspicato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi durante l'Assemblea pubblica di Confindustria. "Quando due mesi fa si leggevano le cronache dell'alluvione e sentivo che il progetto di compensazione del bacino del fiume Misa risaliva al 1982 - ha proseguito - ti rendi conto che quello che è successo qui, si ripete in tutta Italia. Da decenni mancati interventi o interventi rimasti fermi per 20-30 anni, hanno attraversato tutti i partiti politici che si sono succeduti al governo del Paese".

Confindustria Ancona: "Mai più disastri come Senigallia"

"'Mai più' non è un grido di dolore né di rabbia, ma più semplicemente un fermo proposito. Non abbiamo scelto di essere qui oggi per recriminare né per lanciare accuse o cercare responsabilità". Lo ha detto il presidente di Confindustria Ancona Pierliogo Bocchini, nella sua relazione all'Assemblea pubblica dei soci.

"Noi siamo qui oggi per capire tutti insieme come ripartire e come evitare che eventi del genere possano ripetersi e causare nuove devastazioni che sarebbero inaccettabili - ha aggiunto -. Siamo qui per parlare di prevenzione, per ribadire la necessità di destinare risorse alle infrastrutture necessarie alla sistemazione dei fiumi, degli edifici e del territorio in generale, senza limitarci a ragionare semplicisticamente sul come riparare i danni». «Siamo una regione fragile e i recenti eventi - ha proseguito, riferendosi alle ultime scosse di terremoto - ce lo hanno ricordato una volta in più. Negli ultimi trenta anni, tra terremoti ed alluvioni, abbiamo pagato le nostre debolezze con troppe vittime e danni non quantificabili. La prevenzione - ha incalzato Bocchini - non è più procrastinabile non è più procrastinabile, non possiamo continuare ad affidarci solo alla buona sorte ma, al contrario, dobbiamo utilizzare al meglio le risorse del Pnrr. Genereranno, è vero, un debito che i nostri figli e nipoti dovranno rimborsare. Ma proprio per questo non disperdiamoli in rivoli inutili ed iniziative di facciata. Piuttosto, utilizziamoli, prioritariamente, alla messa in sicurezza del nostro territorio".

Il prefetto di Ancona: "Risposta unitaria dai Comuni"

"Io non so se si possa dire 'mai più' perché la situazione non è semplice e non solo a livello locale, penso alla guerra di aggressione in Ucraina che speriamo volga presto in una soluzione pacifica. I Comuni hanno però dato una risposta unitaria, di sistema, capace di affrontare l'emergenza dell'alluvione", ha detto il prefetto di Ancona Darco Pellos, intervenendo all'assemblea. "Ora serve però superare le divisioni, i conflitti, le piccolezze - ha aggiunto -, dobbiamo renderci conto che o ci salviamo tutti o non si salva nessuno. Non ci deve essere una parte, un partito, un sindacato che punti a prevalere, ma l'intero sistema Paese. Serve un patto per il territorio che dia risposte".

Il sindaco di Senigallia: "Non si devono spegnere le luci sulla tragedia"

Infine, all'Assemblea pubblica di Confindustria Ancona, ha parlato anche il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti: "La città non vuole che si spengano le luci, vogliamo tenere viva l'attenzione su una situazione non più sostenibile. Durante il suo intervento il primo cittadino ha ricordato la pericolosità del fiume Misa che attraversa la città e si restringe alla foce: "Qualsiasi quantità d'acqua diventa dunque pericolosa". Ma ha anche fatto appello a tutti perché si superino le divisioni e le polemiche "per ridurre il rischio idrogeologico e riprogettare la città". L'ultima richiesta alle autorità regionali e nazionali presenti è stata quella di arrivare quanto prima a un sistema di allertamento per la popolazione e per le imprese, un sistema "serio, efficace, che consenta alle persone di dormire".

A margine dell'assemblea Olivetti ha spiegato le urgenze attuali, a due mesi dalla disastrosa alluvione del 15 settembre: "Abbiamo ancora famiglie sfollate perché in questo periodo è difficile far asciugare le case e aspettiamo quanto prima il contributo di autonoma sistemazione. Sul ponte Garibaldi c'è l'interlocuzione con Regione e Ministero per avere quantomeno l'abbattimento e la creazione di una passerella pedonale perché per la città è importante. Poi si parlerà di progettazione definitiva". La città ha subito 40 milioni di danni ai beni privati, 14 milioni di euro per le imprese e circa 8 milioni alle strutture pubbliche, a cui devono aggiungersi le spese per la somma urgenza sostenute dal Comune e quantificate in altri 9 milioni di euro.